In partenza da Belluno, mi saluta un amico che mi mette sul chi va là: tu come t’arrischi di partire con un tempo da lupi? Duecento chilometri su strada a tratti ghiacciata, con la nebbia che lascia poca visibilità.
Queste parole, per nulla invitanti, mi lasciano dubbioso se partire o aspettare clemenza. Il portiere della casa, persona saggia e pratica, mi rincuora dicendo:” C’è ghiaccio per la strada, ebbene vada molto adagio e non tocchi il freno; c’è fitta nebbia, ebbene…guidi a bassa velocità e si orienti sulle luci della vettura che la precede.
Faccia il conto di percorrere solo cento metri e le sarà senz’altro agevole e possibile. Fatti cento metri, ne faccia altri cento con le stesse attenzioni. Soprattutto segua con attenzione chi la precede…e ci riuscirà”.
Appena arrivato a Verona, incontrando tratti ghiacciati, banchi di nebbia e pioggia battente, ho telefonato all’amico saggio:” Grazie al tuo incoraggiamento, ho potuto percorrere i difficili duecento chilometri. Ho trovato determinante la tua raccomandazione: seguire come un parassita chi mi precedeva”.
In queste condizioni, da soli proprio non si viaggia. Ecco perché è venuto dal cielo Colui che, vista l’impraticabilità delle strade e i gravi pericoli di questo mondo, ci invita a seguirlo, a salire addirittura sulla sua vettura. Precisamente ha comandato: “Rimanete in me e io in voi. Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
Ciao da p. Andrea
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Chi segue me
Vista l’impraticabilità delle strade e i gravi pericoli di questo mondo, è venuto dal cielo Colui che ci invita a seguirlo, a salire addirittura sulla sua vettura