Unitalsi: sempre più giovani partono in pellegrinaggio. Molti fuggono da disagio

Dal 14 al 17 aprile la II fase del progetto “Per-corsi tra scienza ed etica per l’integrazione della persona” grazie al ministero del lavoro e delle politiche sociali

Share this Entry

Sta cambiando negli ultimi anni il profilo del “pellegrino” e in particolare delle persone affette da patologie sanitarie che scelgono di partecipare a un pellegrinaggio a Lourdes, ma anche nei maggiori santuari europei, italiani e in Terra Santa. Infatti, l’anno passato 40.348 pellegrini si sono affidati all’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) per partecipare a un viaggio verso i luoghi sacri. Tra questi 9.615 erano persone malate con diverse patologie.
Dato da tenere presente è che sono sempre più i giovani (età compresa da 14 a 35 anni) – ben il 17 % dei pellegrini che si sono dichiarati malati o disabili – a decidere di partire soprattutto se alle spalle hanno problemi di depressione, dipendenze da droghe, sindromi fobiche e soprattutto da tanta solitudine.
Sono questi alcuni dei dati del dossier Unitlasi che verranno presentati, a Sacrofano (Roma) presso la Fraterna Domus, in occasione seconda fase del progetto  “Per-corsi tra scienza ed etica per l’integrazione della persona” realizzato dall’Unitalsi e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi della Legge 383/2000- annualità 2014, che ha come obiettivo quello di formare i volontari dal punto di vista sanitario, catechetico e psico-pedagogico in particolare in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. L’iniziativa viene realizzata in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.
Fino al 17 aprile 2016 saranno come previsto oltre 30 i volontari che prenderanno parte all’iniziativa provenienti da tutte le sottosezioni dell’Unitlasi dell’Italia centrale. Previsti, nel corso del 2016, altri due appuntamenti: dal 13 al 15 maggio per sud e un grande convegno finale previsto nel settembre 2016.
Durante la tre giorni di formazione sono previsti gli interventi di Salvatore Pagliuca presidente nazionale dell’associazione, Marzia Tanini, consigliere nazionale e responsabile del progetto, don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio Nazionale della Cei per la Pastorale della Salute, Federico Baiocco, responsabile nazionale Medici Unitalsi e mons. Augusto Chendi, sotto-Segretario del Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari.
Dal dossier Unitalsi emerge il fatto che sugli 8.817 giovani che hanno scelto di andare in pellegrinaggio (il 17% del campione totale dei malati del 2015 che sono stati 9.615) il 33,5% soffre di depressione, il 10% da psicosi, il 3% da schizofrenia, il 2,5% da disturbi generalizzati dello sviluppo, il 2% da sindromi fobiche, l’1,5% da disturbi del comportamento alimentare e lo 0,5% da dipendenza da droghe. Il resto è legato a patologie neurologiche: 34% ritardo mentale, il 7% demenza senile.
Le regioni dalle quali partono più i giovani con problemi sono la Campania, il Lazio e il Nord Est d’Italia (Trentino, Veneto Friuli Venezia Giulia).
Dal focus Unitalsi emerge anche il fatto che su un campione di 9.615 malati che si sono recati in pellegrinaggio sono state riscontrate 16.324 patologie. Le più diffuse sono quelle del sistema cardiovascolare (23,5%), del tessuto connettivo (18 %), neurologiche (12,5%) e psichiatriche (10%). Inoltre, il 66% sono donne e il 34% maschi. Dal campione risulta anche che il 71% dei malati è deambulante, 31% è su carrozzina, il 6% usa le stampelle mentre solo l1% è in barella. I medici che si sono recati come volontari in pellegrinaggio nel 2015 sono stati 674.
“Questo progetto – ha spiegato Salvatore Pagliuca – si pone come obiettivi quelli di migliorare l’accoglienza delle migliaia di persone malate o con disabilità che si affidano a noi, ma anche di formare un numero adeguato di volontari in ambito sanitario e psico-pedagogico, al senso della guarigione secondo un’etica cristiana e contribuire all’inclusione della persona malata o con disabilità”.
Secondo Federico Baiocco, responsabile nazionale dei medici dell’Unitalsi – “La formazione prevede alcuni focus sull’identità e al carisma dell’associazione, entità e caratteristiche della malattia, psicologia della malattia e del malato, relazione tra fede e guarigione, movimentazione del malato, corso di primo soccorso, corso BLSD e psicologia dell’incontro con la persona malata”.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione