Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain

La vera fonte del rimanere in Lui

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,52-59

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Il crescendo di ostilità da parte dei Giudei crea un clima sempre più aspro intorno alle affermazioni di Gesù, che prosegue con la rivelazione del suo Mistero sempre più luminoso e sempre più incomprensibile e scandaloso. Nei versetti precedenti, Egli aveva affermato non solo che era necessario mangiare (in greco: faghèin) il pane di vita, ma che occorreva masticare con i denti (tròghein) la sua carne. Il brano odierno aggiunge l’ulteriore necessità di bere il suo sangue senza lasciare spazio ad interpretazioni puramente spirituali, ma alludendo al bisogno primario della nutrizione.
Meditazione
L’effetto salvifico promesso da Gesù non può realizzarsi al di fuori del contatto diretto e vitale con il suo stesso corpo fatto di carne e di sangue. Quello che il Figlio di Dio propone al suo uditorio rasenta il sacrilegio in quanto, per gli Ebrei, il sangue era sacro, simbolo della vita stessa, ed era inconcepibile per loro l’ipotesi di nutrirsene. Gesù provoca un grande scandalo con le sue parole, che non alludono certo ad una interiorizzazione spiritualistica e disincarnata della sua Persona, ma evocano già quello che avverrà con il suo sacrificio sulla croce e il dono del suo corpo e del suo sangue nell’Eucaristia. Il possesso della vita eterna è intimamente legato alla partecipazione a questo nuovo banchetto imbandito per tutti: mangiare la sua carne e bere il suo sangue realizza la comunione con lo stesso destino del Risorto, immette in noi, nel nostro stesso corpo, il germe della risurrezione, alla quale parteciperemo grazie al dono di Cristo e della sua vita. Ma questa partecipazione produce un’azione esistenziale corrispondente: non basta attingere passivamente a questo nutrimento di vita eterna, ma è necessaria l’adesione libera e personale del singolo. Gesù ribadisce incessantemente il legame costitutivo con il Padre. Lui è l’Inviato e, come tale, realizza il progetto d’amore del Padre: «ha mandato me e io vivo per il Padre». Segue la similitudine che coinvolge ognuno di noi: «così anche colui che mangia me vivrà per me». Lo scambio d’amore che avviene nel cuore della Trinità si riproduce nel rapporto tra Cristo e il discepolo: possiamo partecipare della vita trinitaria proprio nutrendoci di Gesù. Non esiste al mondo altro cibo perfetto e definitivo come l’Eucaristia.
Preghiera
Signore Gesù, la tua Parola, a volte, appare difficile da comprendere e ancora più ardua da realizzare. Donami di accostarmi alla tua carne e al tuo sangue con confidenza e libertà, accresci in me la consapevolezza che, solo nutrendomi di te, posso già partecipare della tua risurrezione.
Agire
Farò in modo, oggi, di trovare l’occasione per partecipare all’Eucaristia e, sull’esempio di Cristo che vive per il Padre, mi impegno a vivere nella stessa vita trinitaria.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione