Una “educazione integrale” è possibile soltanto se si ammette una “ecologia integrale”. Lo ha detto monsignor Francesco Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Unesco, durante l’assemblea plenaria del consiglio esecutivo dell’organo delle Nazioni Unite.
Facendo riferimento all’enciclica Laudato Si’, monsignor Follo ha argomentato riguardo a uno sviluppo responsabile che si coniuga con la coscienza ecologica.
“Se vogliamo un’educazione integrale, che è l’accesso dell’uomo alla sua piena umanità, non possiamo fare a meno di un’ecologia integrale”, ha detto l’Osservatore Permanente, puntualizzando che l’educazione “dev’essere integrale poiché un’informazione tecnica e scientifica non è sufficiente per educare donne e uomini responsabili nella loro famiglia, e a tutti i livelli della società nazionale e internazionale”.
Follo si è poi soffermato sul vertiginoso sviluppo tecnologico di questi ultimi anni e sull’accresciuta capacità dell’uomo di intervenire sulla natura, cui però deve corrispondere una formazione solida e integrale. Lo sviluppo tecnologico deve dunque essere compatibile con il rispetto dell’ambiente, mentre la natura non può essere soltanto una risorsa da sfruttare in quanto essa è “casa comune” di tutti gli uomini.
“Il degrado della natura è infatti strettamente legato alla cultura che cancella la comunità umana”, quindi è necessario educare i giovani – principalmente con l’esempio – al rispetto dell’ambiente, la cui premessa è quindi il rispetto tra gli uomini.
Altro riferimento alla seconda enciclica di papa Francesco è stato fatto da monsignor Follo in merito alla distruzione dell’ambiente che provoca danni anche all’umanità, specie tra i più poveri. “È necessario sviluppare sempre di più strategie per meglio controllare le ripercussioni della nostra gestione dell’economia”, ha detto a tal proposito. “I nostri problemi globali necessitano di risposte globali, e l’accesso universale alle tecniche e ai metodi deve essere facilitato”, ha aggiunto l’osservatore permanente
In conclusione, Follo ha auspicato che, per affrontare la crisi del nostro tempo, sia sviluppato un “concetto ampliato di razionalità”.
“Colui che non impara mai a domandarsi qual è lo scopo che vuole raggiungere, verso quale meta tendono i suoi desideri e i suoi sforzi, costui si racchiude nel suo presente e perde le sue capacità per il futuro – ha spiegato -. Al contrario colui che è capace di concentrarsi sul presente con la coscienza di un futuro che non è a sua disposizione, costui sarà libero di dare forma al suo futuro”.
Ecologia. Mons. Follo: “Serve un concetto ampliato di razionalità”
Parlando della Laudato Si’ all’Unesco, l’osservatore permanente ha auspicato una coscienza ambientale che non si limiti ai benefici immediati