Pedro Poveda è stato un sacerdote martire della Rivoluzione spagnola, ma soprattutto “un insegnante e umanista”, riconosciuto per i suoi meriti pedagogici persino dall’Unesco. È santo per volere di Papa Giovanni Paolo II, che lo ha beatificato e poi canonizzato nel 2003.
Una vita dedicata all’insegnamento, come racconta il film Poveda, diretto dal giovane Pablo Moreno, già famoso in Spagna. Un bio-pic agiografico, ispirato a fatti realmente accaduti della vita di don Pedro Poveda, raccontati con intensità e commozione ma senza faziosità.
Quasi 120 minuti per ripercorrere le tappe salienti della sua vocazione, dai suoi primi incarichi da sacerdote a Guadix, in provincia di Granada, tra gli abitanti delle grotte, “gli ultimi tra gli ultimi” cui offre non solo sostegno economico, ma anche un futuro migliore, attraverso l’alfabetizzazione scolastica. E poi il trasferimento nelle Asturie, dove per la prima volta elabora il suo programma riformatorio del sistema scolastico: lo sviluppo di un metodo didattico all’avanguardia, che accorci le distanze tra alunno e docente.
Ed è allora che il sacerdote avvia la sua vera rivoluzione educativa: sostenere la scolarizzazione femminile e formare altrettante docenti, tante quante sono le accademie femminili in tutta la Spagna. Un fenomeno in rapida espansione, tale da guadagnare il riconoscimento ufficiale dell’Istituzione Teresiana da parte di Papa Pio XI nel 1924. Ma anche il disappunto e il malcontento dei nuovi poteri politici.
Infatti, a fare da cornice all’opera del sacerdote rivoluzionario è una temperie politico-istituzionale tutt’altro che pacifica. In Spagna sono gli anni della seconda repubblica spagnola, istituita nel 1931 dopo la cacciata del re Alfonso XIII, per volere delle forze repubblicane e socialiste, al potere dopo la vittoria alle elezioni amministrative. La loro politica di matrice marxista si configura come strenuamente oltranzista nei confronti del clero, dei capitalisti e dei militari, provocando il risentimento dei nazionalisti, che sfociò in una vera e propria guerra civile nel 1936. Il tutto aggravato da una pesante crisi economica: una povertà dilagante nei ceti inferiori e un altissimo livello di analfabetismo, con picchi del 60% tra le donne.
E fu allora, che Pedro Poveda pagherà con la vita il prezzo dello straordinario successo della sua istituzione pedagogica Teresiana e diventerà un martire della rivoluzione. Per fortuna, a nulla è valso lo sforzo dei suoi detrattori di annientare il movimento secolare, che grazie a Josefa Segovia Moron, la prima direttrice generale e le numerose sostenitrici è tuttora presente in più parti del mondo, con tanti progetti non solo educativi ma anche di sviluppo socio-economico.
La pellicola, a distanza di un mese dall’uscita in Spagna, si è già piazzata al sesto posto tra i film più visti nel 2016, con oltre 28mila spettatori e un ottimo risultato al botteghino, assicurandosi così la distribuzione in Cile e in Sudamerica.
Il 12 aprile è stato presentato per la prima volta anche in Italia, presso la Filmoteca Vaticana di Palazzo San Carlo alla presenza di Maite Uribe, direttrice generale delle Teresiane, del cast e della Goya Producciones e Three Columinist Entertainment. Una copia è stata donata oggi a papa Francesco, che ne apprezzerà la visione, viste le evidenti similitudini col sacerdote rivoluzionario: entrambi di lingua ispanica e misericordiosi nei confronti dei più disagiati, pronti a operare a favore dei bisognosi, anche in condizioni politiche tutt’altro che favorevoli. Perché, come affermava Poveda, “dall’oscurità nasce sempre la luce”. E sono proprio le sue parole misericordiose e foriere di speranza a rappresentare il successo del film.
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Poveda
di Pablo Moreno
Con Raul Escudero Elena Furiase Miguel Berlanga Silvia Garcia e Fran Calvo
Dall’oscurità nasce sempre la luce: un film sul martire Pedro Poveda
La storia del sacerdote assassinato durante la guerra civile spagnola è stata ricostruita in una pellicola realizzata con la collaborazione delle Teresiane