The Cross

Pixabay CC0

La forza dirompente del cristianesimo

Paradossalmente è proprio la nostra religione ad aver condotto alla “desacralizzazione” e alla “secolarizzazione”. Non però nel senso moderno del termine…

Share this Entry

A volte il nostro essere cristiani per abitudine ci porta a sottovalutare la forza dirompente che il cristianesimo ha manifestato nella storia della civiltà umana. Questo atteggiamento è probabilmente favorito dal fatto che siamo immersi in un contesto cristiano o che comunque del cristianesimo porta in qualche modo i segni. È utile allora ogni tanto rispolverare quelli che sono i tratti caratteristici della religione cristiana. Ce ne sono ovviamente molti. Vorremmo soffermarci in particolare su un aspetto: la desacralizzazione e la conseguente secolarizzazione.
“Desacralizzare”, come dice la parola stessa, vuol dire “togliere il sacro”, mentre “secolarizzazione” indica il processo per il quale una realtà, da divina, viene considerata nel suo aspetto “profano”, “laico”. Può sembrare paradossale affermare che una religione conduca alla desacralizzazione e alla secolarizzazione, ma è quanto è accaduto nell’ambito del cristianesimo, almeno in quattro ambiti: quello delle realtà naturali, quello della malattia, quello dei luoghi religiosi e quello del potere politico.
In primo luogo, nel cristianesimo, Dio e il mondo sono due realtà distinte, il mondo è immanente, mentre Dio è trascendente. Dio crea il mondo come “altro da sé”. Con questa visione, che tutti abbiamo imparato leggendo le prime pagine della bibbia, è tramontata l’idea che avevano gli antichi e cioè che il mondo fosse abitato dagli dei e rispondesse ai loro desideri e capricci. Solo laddove si è affermata l’idea di una distinzione fra Dio e il mondo e di un’autonomia di quest’ultimo rispetto al Creatore, è potuta nascere la scienza.
Un secondo ambito nel quale il cristianesimo ha prodotto una desacralizzazione è quello medico. Nell’antichità la malattia era spesso collegata al peccato, come possiamo leggere in Gv 9. Ai rabbini che gli domandano se un cieco fosse tale per colpa sua o dei suoi genitori, Gesù risponde che il suo stato di cecità non è dovuto né a lui, né ai suoi genitori. In questo modo Gesù spezza un legame plurisecolare fra malattia e peccato. Non solo. La malattia diventa nella pericope evangelica luogo della manifestazione divina. Questo significa un cambio totale di mentalità verso l’infermità. Infatti se ne passato il malato veniva considerato un maledetto che, per tale motivo doveva essere escluso dalle funzioni religiose, con l’avvento del cristianesimo il malato diventa oggetto di attenzione e amore. Se è vero che la medicina è nata con i greci, è altrettanto vero che gli ospedali sono nati con i cristiani.
Un’altra opera di desacralizzazione avviene per quanto riguarda lo spazio sacro. Alla samaritana che dice di adorare Dio sul monte Garazim, Gesù risponde che è venuto il tempo in cui i veri adoratori adoreranno Dio in spirito e verità. Allo stesso modo egli si scaglia contro i mercanti del Tempio, il luogo più sacro per gli ebrei, perché la persona di Gesù pone fine agli antichi sacrifici per inaugurare un nuovo culto nella sua persona. Possiamo immaginare tutta la costernazione degli ebrei davanti all’identificazione che Gesù opera fra il Tempio e il suo corpo.
Infine vediamo un’ultima importantissima opera di desacralizzazione nella sfera politica. Prima dell’avvento del cristianesimo, potere religioso e potere politico erano un’unica cosa. Basta pensare alla figura del Faraone in Egitto o dell’Imperatore romano. Entrambi erano considerati delle divinità. Gesù è stato il primo nella storia dell’umanità a distinguere il potere politico da quello religioso quando ha affermato: “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Sulla scia di questo insegnamento, i suoi discepoli si rifiuteranno di rendere all’imperatore romano un culto divino, pur rispettando la sua autorità civile. È sempre a causa di questa desacralizzazione operata da Gesù che nel Medioevo si affermano due poteri distinti, per quanto correlati, quello del Papa (potere religioso) e quello dell’Imperatore (potere politico). È poi con la Rivoluzione Francese che si sancisce la separazione fra politica e religione.
***
Fonte: L’Ancora online

Share this Entry

Nicola Rosetti

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione