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Il Papa: "Il cammino cristiano non è per arrampicatori, ma per chi vuole servire"

Celebrando la Messa con il Centro Aletti guidato da padre Rupnik, Francesco invita all'”abbassamento”, ricordando che “persecuzione e sofferenze sono parte della testimonianza cristiana”

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Sono gli splendidi mosaici della Cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico a fare da cornice alla Messa che il Papa ha celebrato oggi, alle 18, per la comunità del Centro Aletti, in occasione del suo 25° anniversario e del 20° dell’Atelier dell’Arte spirituale dello stesso Centro.
Proprio la decorazione della maggior parte della Cappella Redemptoris Mater è stata la prima grande opera compiuta nel 1999 dall’Atelier, sotto la guida del gesuita padre Marko Rupnik S.I., il quale ha concelebrato la Messa con il Santo Padre.
Nella sua omelia, tutta a braccio, Francesco, come già ieri a Santa Marta, parla di servizio e di persecuzione, ovvero le due strade del cammino cristiano, a partire dalla prima Lettura degli Atti degli Apostoli che “è la fine di quella lunga storia della guarigione dello storpio che era alla porta bella del tempio che ha fatto tanto chiasso a Gerusalemme”.
La scena su cui si sofferma l’attenzione del Papa è quella degli apostoli Giovanni e Pietro che, in carcere, continuavano a predicare. “Sono rimproverati e minacciati di non parlare mai nel nome di Gesù, sono chiamati davanti al Sinedrio e hanno dato testimonianza di Gesù, il nostro Gesù che è Risorto”, spiega il Papa.
Infuriato, il Sinedrio voleva metterli a morte: “Richiamati gli apostoli, li flagellarono e ordinarono loro di non parlare in nome di Gesù e li misero in libertà”. Essi, però, osserva Francesco, “andarono via dal Sinedrio lieti di essere stati giudicati degni di portare la parola di Gesù. La gioia di essere stati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù è un altro segno della testimonianza cristiana”.
“Parlando in linguaggio di ragioniere – dice il Pontefice – potrei dire che ‘nel bilancio’ la testimonianza sempre perde, si abbassa. La testimonianza sempre ti porta alla sofferenza alla persecuzione”. Cristo stesso elencando le Beatitudini afferma: “Beati voi quando sarete insultati, perseguitati, quando diranno ogni sorta di cose contro di voi mentendo a causa mia, rallegratevi”.
Anche perché “la persecuzione e anche le sofferenze sono parte della testimonianza cristiana”, rimarca Bergoglio. Non si tratta di “una spiritualità masochista”, ma della “spiritualità del Regno di Dio”: una spiritualità che non fa guadagnare nulla.
“La “testimonianza cristiana non è per guadagnare”, chiarisce il Santo Padre, “anche le persone che non versano il sangue ma che vivono silenziosamente senza giudicare, che danno testimonianza di mitezza sempre perdono, non guadagnano. La testimonianza cristiana non è per guadagnare, quello è il Dio denaro che è il padrone”.
Pertanto “se seguo Gesù Cristo per guadagnare, seguo il Dio denaro”, ammonisce Francesco,”il cammino cristiano non tollera gli arrampicatori, non è per arrampicarsi, per farsi vedere, per pavoneggiarsi come la vanità, ma è per seguire Gesù che lo si segue sempre nella strada del servizio”.
Allora l’orizzonte del cristiano è sempre e solo uno: “Abbassamento, svuotarsi, annientarsi, come ha fatto il Signore”. Ecco perché Pietro e Giovanni “vanno via dal Sinedrio lieti di essere stati giudicati come Gesù aveva insegnato”. “La testimonianza dell’abbassamento ci dà pace e felicità”, assicura Bergoglio.
E conclude con una nota personale: “A me – confida ai membri del Centro Aletti – piace tanto pregare il Rosario davanti a un quadro che voi mi avete regalato della Madonna. Sembra che Lei sia il centro di questo quadro, di questa icona, ma no la Madonna guardando bene non è la più grande, ma ha il bambino e le mani della Madonna sono come degli scalini da cui il bambino scende”. La Madonna “è lo strumento che fa scendere Gesù”, sottolinea il Pontefice. “Lui è sempre il centro e Lei è la grande madre che ha fatto possibile questo miracolo dell’abbassamento di Dio per camminare come uno di noi, per essere uno di noi”.
“Preghiamo gli uni per gli altri – è dunque l’invito conclusivo del Papa – perché il Signore ci dia la grazia per dare la vera testimonianza di Gesù Cristo con la forza dello Spirito Santo e anche con la Beatitudine della persecuzione e della umiliazione che il Signore ha subito nella sua vita”.
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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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