Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza il presidente del Governo della Repubblica di Croazia, Tihomir Orešković, che poi ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e mons. Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati.
Nei cordiali colloqui, durati circa 25 minuti alla presenza di un interprete, “si sono rilevati i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, di cui l’odierna visita è significativa espressione”. Inoltre, riferisce una nota della Sala Stampa vaticana, “è stata confermata la comune volontà di proseguire il dialogo costruttivo sui temi bilaterali attinenti alle relazioni tra la comunità ecclesiale e quella civile”.
Ci si è anche soffermati “sul posto di rilievo che i fedeli croati assegnano alla figura del Beato Alojzije Stepinac e sulla condizione della minoranza croata in Bosnia ed Erzegovina”. “Nell’ampio scambio di vedute – informa ancora il comunicato – sulle questioni internazionali e regionali è stata espressa preoccupazione, in particolare, per la crisi umanitaria dei profughi dal Medio Oriente, nonché per le situazioni di conflitto che interessano diverse regioni del mondo e per gli atti che mirano ad indebolire le basi della convivenza civile”.
Terminato il colloquio privato, il premier ha presentato al Pontefice il suo seguito, tra cui erano presenti la moglie e i quattro figli. Al momento dello scambio dei doni, ha poi consegnato al Papa un manuale croato in lingue glagolitiche, stampato a Fiume da Simone Begna intorno al 1500. Francesco ha ricambiato con una copia della esortazione apostolica Evangelii Gaudium e della enciclica Laudato Si’.
Nei cordiali colloqui, durati circa 25 minuti alla presenza di un interprete, “si sono rilevati i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, di cui l’odierna visita è significativa espressione”. Inoltre, riferisce una nota della Sala Stampa vaticana, “è stata confermata la comune volontà di proseguire il dialogo costruttivo sui temi bilaterali attinenti alle relazioni tra la comunità ecclesiale e quella civile”.
Ci si è anche soffermati “sul posto di rilievo che i fedeli croati assegnano alla figura del Beato Alojzije Stepinac e sulla condizione della minoranza croata in Bosnia ed Erzegovina”. “Nell’ampio scambio di vedute – informa ancora il comunicato – sulle questioni internazionali e regionali è stata espressa preoccupazione, in particolare, per la crisi umanitaria dei profughi dal Medio Oriente, nonché per le situazioni di conflitto che interessano diverse regioni del mondo e per gli atti che mirano ad indebolire le basi della convivenza civile”.
Terminato il colloquio privato, il premier ha presentato al Pontefice il suo seguito, tra cui erano presenti la moglie e i quattro figli. Al momento dello scambio dei doni, ha poi consegnato al Papa un manuale croato in lingue glagolitiche, stampato a Fiume da Simone Begna intorno al 1500. Francesco ha ricambiato con una copia della esortazione apostolica Evangelii Gaudium e della enciclica Laudato Si’.