Catechesi di Papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 6 aprile 2016 (Testo integrale)

“Il Vangelo è davvero il ‘Vangelo della Misericordia’, perché Gesù è la Misericordia!”

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L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.00 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la Sua meditazione sul Vangelo della Misericordia (Mt 3, 13-16a.17).  L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica. Di seguito il testo integrale:
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Dopo aver riflettuto sulla misericordia di Dio nell’Antico Testamento, oggi iniziamo a meditare su come Gesù stesso l’ha portata al suo pieno compimento. Una misericordia che Egli ha espresso, realizzato e comunicato sempre, in ogni momento della sua vita terrena. Incontrando le folle, annunciando il Vangelo, guarendo gli ammalati, avvicinandosi agli ultimi, perdonando i peccatori, Gesù rende visibile un amore aperto a tutti: nessuno escluso! Aperto a tutti senza confini. Un amore puro, gratuito, assoluto. Un amore che raggiunge il suo culmine nel Sacrificio della croce. Sì, il Vangelo è davvero il “Vangelo della Misericordia”, perché Gesù è la Misericordia!
Tutti e quattro i Vangeli attestano che Gesù, prima di intraprendere il suo ministero, volle ricevere il battesimo da Giovanni Battista (Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22; Gv 1,29-34). Questo avvenimento imprime un orientamento decisivo a tutta la missione di Cristo. Infatti, Egli non si è presentato al mondo nello splendore del tempio: poteva farlo. Non si è fatto annunciare da squilli di trombe: poteva farlo. E neppure è venuto nelle vesti di un giudice: poteva farlo. Invece, dopo trent’anni di vita nascosta a Nazaret, Gesù si è recato al fiume Giordano, insieme a tanta gente del suo popolo, e si è messo in fila con i peccatori. Non ha avuto vergogna: era lì con tutti, con i peccatori, per farsi battezzare. Dunque, fin dall’inizio del suo ministero, Egli si è manifestato come Messia che si fa carico della condizione umana, mosso dalla solidarietà e dalla compassione. Come Lui stesso afferma nella sinagoga di Nazaret identificandosi con la profezia di Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo è stato la realizzazione del programma iniziale: portare a tutti l’amore di Dio che salva. Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia: ci ha portato l’amore! Un amore grande, un cuore aperto per tutti, per tutti noi! Un amore che salva!
Lui si è fatto prossimo agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia e vita nuova. Gesù, il Figlio inviato dal Padre, è realmente l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità! Quanti erano presenti sulla riva del Giordano non capirono subito la portata del gesto di Gesù. Lo stesso Giovanni Battista si stupì della sua decisione (cfr Mt 3,14). Ma il Padre celeste no! Egli fece udire la sua voce dall’alto: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). In tal modo il Padre conferma la via che il Figlio ha intrapreso come Messia, mentre scende su di Lui come una colomba lo Spirito Santo. Così il cuore di Gesù batte, per così dire, all’unisono con il cuore del Padre e dello Spirito, mostrando a tutti gli uomini che la salvezza è frutto della misericordia di Dio.
Possiamo contemplare ancora più chiaramente il grande mistero di questo amore volgendo lo sguardo a Gesù crocifisso. Mentre sta per morire innocente per noi peccatori, Egli supplica il Padre: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc23,34). E’ sulla croce che Gesù presenta alla misericordia del Padre il peccato del mondo: il peccato di tutti, i miei peccati, i tuoi peccati, i vostri peccati. E lì, sulla croce, Lui li presenta al Padre. E con il peccato del mondo tutti i nostri peccati vengono cancellati. Nulla e nessuno rimane escluso da questa preghiera sacrificale di Gesù. Ciò significa che non dobbiamo temere di riconoscerci e confessarci peccatori. Quante volte noi diciamo: “Ma, questo è un peccatore, ha fatto quello e quello…”, e giudichiamo gli altri. E tu? Ognuno di noi dovrebbe domandarsi: “Sì, quello è un peccatore. E io?”. Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati: tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio. Non dobbiamo temere, dunque, di riconoscerci peccatori, confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla Croce. E quando noi lo confessiamo pentiti affidandoci a Lui, siamo certi di essere perdonati. Il sacramento della Riconciliazione rende attuale per ognuno la forza del perdono che scaturisce dalla Croce e rinnova nella nostra vita la grazia della misericordia che Gesù ci ha acquistato! Non dobbiamo temere le nostre miserie: ognuno di noi ha le proprie. La potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. E questa misericordia cancella le nostre miserie.
Carissimi, in questo Anno Giubilare chiediamo a Dio la grazia di fare esperienza della potenza del Vangelo: Vangelo della misericordia che trasforma, che fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e guardare il mondo con più bontà. Se accogliamo il Vangelo del Crocifisso Risorto, tutta la nostra vita è plasmata dalla forza del suo amore che rinnova.
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Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti:
 
In lingua francese
Saluto cordialmente i pellegrini venuti da Belgio, Canada, Togo e Francia, in particolare la Diocesi d’Aix-en-Provence con Mons. Christophe Dufour e i numerosi giovani presenti questa mattina. In questo Anno giubilare chiediamo a Dio la grazia di fare esperienza della potenza del Vangelo: Vangelo della misericordia che ci trasforma, ci rende capaci di perdonare e ci fa entrare nel cuore di Dio. Che Dio vi benedica!
 
In lingua inglese
 
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, con particolare riguardo a quanti provengono da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Kenya, Zimbabwe, Australia, Cina, Indonesia, Malaysia, Filippine, Thailandia e Stati Uniti. Mentre celebriamo il tempo pasquale, i nostri cuori siano aperti al Signore Risorto perché, rafforzati dalla sua grazia, possiamo condividere con le nostre famiglie e le nostre comunità il Vangelo della Misericordia. Dio vi benedica tutti!
 
In lingua tedesca
Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca, soprattutto i numerosi giovani e studenti, in particolare il gruppo della Liebfrauenschule di Dießen. Chiediamo al Cristo crocifisso e risorto di farci entrare sempre più nel suo Vangelo della misericordia. La forza del suo amore plasmi la nostra vita, rendendoci capaci di trasmettere il suo perdono. La luce della Pasqua vi riempia di speranza e fiducia nel vostro cammino.
 
 
In lingua portoghese
 
Carissimi pellegrini di lingua portoghese, vi saluto cordialmente tutti, con una menzione speciale per il gruppo di São Sebastião do Pontal, augurandovi in quest’Anno Giubilare la grazia di far esperienza della potenza del Vangelo della misericordia che trasforma, che fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e guardare il mondo con più bontà. Così Dio benedica voi e le vostre famiglie.
In lingua araba
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, in Gesù, non solo possiamo toccare con mano la misericordia del Padre, ma siamo spinti a diventare noi stessi strumento della sua misericordia. Il Signore vi benedica!
In lingua polacca
Do il mio cordiale benvenuto ai polacchi, in particolare alla redazione, ai lettori e agli amici del Settimanale Cattolico “Niedziela”, giunti a Roma in occasione del 90° anniversario di fondazione. Anche oggi esso è un grande dono della Divina Provvidenza alla vostra nazione, che in questa rivista continua a trovare un’accurata trasmissione delle informazioni sulla Chiesa e un sostegno nei momenti difficili della vostra storia. Auguro che il servizio di evangelizzazione svolto da questo settimanale, continui a confermare nella fede i suoi lettori, portando abbondanti frutti nella vita e nel loro apostolato. Nell’Anno del Giubileo Straordinario della Misericordia affido a Gesù Misericordioso e alla sua Santissima Madre, Regina della Polonia, i successivi anni di attività. Di cuore benedico la redazione e voi tutti qui presenti.
In lingua slovacca
Saluto con affetto i pellegrini slovacchi, particolarmente i gruppi parrocchiali e gli studenti provenienti da Stara Lubovna. Cari fratelli e sorelle, la vostra visita aRoma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autentico rinnovamento spirituale. Il Signore Risorto vi accompagni con la sua pace e la sua gioia. Volentieri benedico tutti voi e le vostre famiglie.
 
In lingua neerlandese
Un cordiale benvenuto rivolgo ai pellegrini provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio. Saluto in particolare i fedeli della Diocesi di Anversa, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Johan Bonny. Il vostro pellegrinaggio a Roma, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, e l’incontro con il Successore di Pietro vi confermino nella fede e nell’impegno per i fratelli che sono nel bisogno. Cristo Risorto vi renda strumenti della sua misericordia e vi doni la sua pace.
 
In lingua italiana
Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i fedeli delle Diocesi di Castellaneta e di Fidenza, accompagnati dai loro Pastori Mons. Maniago e Mons. Mazza; e i partecipanti alla marcia della pace alimentare, con il Vescovo di Gubbio Mons. Ceccobelli. Saluto la Comunità del Pontificio Collegio San Giovanni Damasceno, che ricorda i 75 anni di fondazione; gli studenti e i familiari delle Scuole della Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo; i medici della Società Europea di Ortopedia Pediatrica come pure i fedeli di Recco, Alatri, Vietri di Potenza e gli studenti di Messina. In questo Giubileo Straordinario invito a riscoprire l’esigenza delle opere di misericordia corporali e spirituali come un’opportunità per alimentare la nostra fede.
Un particolare pensiero porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Guardate al modello della Vergine Maria per vivere questo Tempo Pasquale in ascolto della Parola di Dio e con la pratica della carità, vivendo con gioia l’appartenenza alla Chiesa, la famiglia dei discepoli missionari del Cristo Risorto.
 

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

 

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ZENIT Staff

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