Ukranian flag on Danube

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“Grazie al Santo Padre per il suo appello per l’Ucraina”

Il nunzio a Kiev, monsignor Gugerotti, racconta l’emergenza umanitaria nel paese, provocato dalla “guerra dimenticata”

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A due anni dall’inizio del conflitto, in Ucraina è sempre più emergenza umanitaria. Secondo dati riportati dalla Radio Vaticana, le persone in difficoltà sono circa 800mila entro il confine ucraino e 2.700.000 fuori dal confine. In totale sono mezzo milione i cittadini ucraini con urgente necessità di cibo.
La situazione igienico-sanitaria mette a rischio in particolare le donne incinte o partorienti e, in generale, è altissimo il rischio di contagio di AIDS e tubercolosi, mentre scarseggiano anestetici e insulina.
Sono 1.300.000 i cittadini che rischiano di perdere l’accesso all’acqua potabile. Sale invece a 2.300.000 il numero di persone con urgente bisogno di medicine e cure. Tra gli sfollati interni si calcolano circa 200mila bambini, pertanto, un bambino su quattro è un rifugiato.
Intanto, a seguito dell’appello alla “colletta” per gli aiuti umanitari da parte di papa Francesco, sarà il Pontificio Consiglio “Cor Unum” a curare e gestire a livello centrale i fondi destinati all’Ucraina.
La spaventosa situazione in Ucraina è stata confermata dal nunzio apostolico a Kiev, monsignor Gugerotti, che, ai microfoni della Radio Vaticana, ha sottolineato come la Chiesa Cattolica, pur rappresentando solo il 10% della popolazione, rimane un soggetto attivissimo negli aiuti umanitari.
“È stata costruita una rete di aiuto e di sostegno, che è riconosciuta ampiamente e con gratitudine anche dalle autorità governative – ha spiegato il presule -. La Chiesa cattolica si è molto mobilitata, anche al di là delle proprie forze, con centri di vario genere, di cui si occupano soprattutto le Caritas, ma non solo”.
Nel drammatico scenario della guerra sono centinaia le donne – anche giovanissime – che vengono violentate e “le suore di Don Orione – per esempio – che hanno una casa per queste ragazze madri, si sono prese cure di loro”, ha detto il nunzio, menzionando una delle opere di carità messe in campo dalla Chiesa ucraina.
Vittime della guerra, ha aggiunto monsignor Gugerotti, “sono per il 60% persone anziane”, mentre solo il 40% delle famiglie che ne fa richiesta può ottenere l’accesso agli asili nido per i propri figli.
Vi sono donne che “dopo aver percorso chilometri a piedi, attraversano il check-point, nella zona controllata dalle forze ucraine, per riscuotere la pensione e comprare qualche cosa a prezzi accessibili”, sfidando il pericolo delle mine antiuomo.
Non potendo andare a lezione, molti bambini di 8-9 anni dimenticano “come si scrive e come si legge”, mentre un po’ tutti i minori rimangono traumatizzati dalle esplosioni notturne “e ci vorrà una riabilitazione di anni per riuscire ad aiutarli a superare questa crisi”.
Il nunzio ha poi denunciato il totale oblio dei media nei confronti della guerra in Ucraina, riconoscendo che soltanto papa Francesco ancora ne parla. “E questa è una cosa gravissima, perché tra l’altro è un conflitto in Europa, di proporzioni ampie e drammatiche”, che “mette a rischio la stabilità di tutta la zona e non soltanto della zona europea”, ha detto.
Quanto all’appello fatto per la “colletta”, l’Ucraina è “molto grata al Papa, il quale “non si ferma a fare valutazioni di carattere strategico, ma laddove c’è la sofferenza, lui parla e vuole esserci”, ha poi concluso monsignor Gugerotti.

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ZENIT Staff

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