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Come re, come regina

“Il regno dei Cieli è di chi è come i bambini”

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Nel trambusto d’una strada affollata vedo passare, sul marciapiede, una carrozzina. Subito un’occhiata a chi ci sta dentro. È chiaro che ci sta dentro un bebè. Ma m’incuriosisce sempre l’atteggiamento del piccolo: comodo e tranquillo come un pascià.
Poi guardo la mamma. Forse, mi viene da pensare, è più contenta e fiera lei a condurre la carrozzina che lui ad essere portato.
Lui è senz’altro come un re. Erano infatti i re, i papi, le grandi personalità, i grandi campioni che un tempo venivano portati in trionfo. Come un re anche il bambino si lascia portare, ma del re non ha proprio né i pensieri, né le preoccupazioni. Perché? È portato, protetto, da una presenza rassicurante: la regina che Dio stesso ha messo a suo servizio, la mamma.
Non può, il piccolo, non lasciarsi portare perché la sua debolezza ha diritto ad essere un tutt’uno con la forza della mamma; nè può essere preoccupato perché sa che solo la mamma, sempre presente, ha il dovere, il diritto di addossarsi ogni preoccupazione per lui.
Nemmeno la mamma vedo preoccupata; anzi in quel volto risalta tutta la fierezza, la consapevolezza d’una regina che non può permettersi neppure per un istante la sia pur minima ombra di inquietudine: ciò turberebbe il “piccolo re in carrozza”; è perfettamente serena soprattutto perché ha “sposato” il Re dei re che le raccomanda di “gettare in Lui ogni preoccupazione”.
Messi a confronto, mamma e figlio, non saprei da chi dei due maggiormente imparo serenità; però, secondo me, il bambino ha il vantaggio di essere naturale maestro di fiducia e di abbandono. Da lui imparano non solo la mamma, ma anche tutti gli adulti che gli girano attorno.
Beati coloro che lo sanno guardare e “ascoltare”. “Il regno dei Cieli è di chi è come i bambini”.
Prendendo lezione da loro anche i re si comporterebbero meglio da re.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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