Si è svolta il 30 marzo al Palazzo del Quirinale la “Giornata Nazionale delle persone con disabilità intellettiva”.
L’evento, trasmesso in diretta su RAI uno e condotto da Flavio Insinna, è stato organizzato in collaborazione con le Federazioni Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) e Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) e con le Associazioni Anffas Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Angsa Onlus (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) ed Aipd Onlus (Associazione Nazionale Persone Down).
All’incontro erano presenti il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, con la campionessa down di atletica leggera Nicole Orlando e altri atleti paralimpici.
Nel corso della cerimonia Francesca Stella e Serena Amato hanno letto la “Dichiarazione di Roma per la promozione ed il sostegno dell’auto-rappresentanza in Italia ed in Europa”.
Successivamente sono state rese alcune testimonianze personali e familiari: Agnese Bucciarello, affetta da sindrome di down, che nel 2012 ha effettuato uno stage presso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, Sonia Zen, madre di un ragazzo con disabilità intellettiva grave, e Clara Sereni, scrittrice, madre di un ragazzo disabile. Gabriele Naretto, ragazzo autistico e ipovedente, ha eseguito al pianoforte due brani musicali di George Gershwin.
E’ quindi intervenuta la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin.
Al termine, il Presidente Mattarella ha pronunciato un discorso ricordando che nel 2007 il governo italiano, attraverso un suo ministro, firmò la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e quelle disposizioni oggi integrano il nostro ordinamento, “ponendo a tutti noi, come persone e come comunità, obiettivi più alti in termini di civiltà, di pari opportunità, di sviluppo delle relazioni umane e quindi del benessere sociale, che non si misura mai soltanto con i numeri e le quantità”.
“Il rispetto dell’integrità della persona e il contrasto a ogni forma di discriminazione – ha aggiunto – fanno crescere la qualità della vita di ciascuno, e questo si riverbera in ogni ambito di attività, compreso quella economica”.
Il Presidente della Repubblica ha spuegato che “la disabilità non è una malattia, tanto meno un problema da scaricare sul singolo individuo o sui suoi familiari. Le condizioni di disabilità divengono gravi soprattutto se il mondo circostante non tiene conto delle diversità e trasforma la differenza in fattore di esclusione. A creare le barriere sono soprattutto, purtroppo, i limiti della nostra organizzazione sociale e le nostre mancanze culturali, a partire dai riflessi lenti di fronte agli ostacoli che impediscono la piena espressione delle personalità”.
In questo contesto “L’Italia democratica e l’Unione Europea sono nate per abbattere i muri di qualunque genere, per eliminare i fili spinati, per costruire un mondo di persone libere, uguali nelle loro diversità, un mondo che sarà tanto più progredito quanto meno l’esercizio dei diritti e la distribuzione delle opportunità verranno condizionati dal privilegio delle disponibilità economiche o dell’aspetto fisico”.
“E’ questo un obiettivo sempre vivo, a cui dobbiamo tendere” e “Qui sta l’essenza della civiltà europea che ci chiama sempre a difendere il valore della vita e della convivenza, oggi anche contro il terrorismo”.
Dopo aver ricordato che la disabilità intellettiva è una fonte particolarmente insidiosa di sofferenza e di emarginazione. Lo è per dimensioni, comprendendo il 65% della disabilità nel suo complesso. Lo è per la sua natura, talvolta incerta e nascosta, che finisce per rafforzare i pregiudizi e rende spesso problematiche le diagnosi e i programmi terapeutici, il Presidente ha ribadito che “L’inclusione di chi è in difficoltà è un moltiplicatore di forza sociale”.
Per questo motivo “Vincere l’isolamento è il primo passo per incamminarsi sul sentiero dell’inclusione, con efficacia maggiore”.
L’Italia dispone di un a Costituzione e di una legislazione avanzata nell’affermare i diritti delle persone con disabilità, e che di recente è ulteriormente progredita, come dimostra la legge sulla diagnosi, la cura e l’abilitazione delle persone con problemi dello spettro autistico e sull’assistenza alle famiglie, ma per impedire che tanti diventino “cittadini invisibili”, bisogna fare di più.
“Stiamo parlando di cittadini, non di pazienti” ha sostenuto il Presidente, per questo laddove la tutela sanitaria non è sufficiente, o impone costi sociali e familiari insostenibili, è proprio il percorso di cittadinanza a essere ostruito.
Per questo motivo, Mattarella ha precisato che la tutela sanitaria va integrata “con la solidarietà e la sensibilità dei corpi sociali e delle strutture intermedie delle varie istituzioni. In questo modo si afferma la dignità di ogni essere umano e il suo diritto alla vita”.
In conclusione il Presidente ha sostenuto che “Un Paese è più ricco se percepisce le diversità come un fattore di ricchezza. E’ più povero se comprime la libertà di alcuni, facendoli sentire emarginati, limitando le loro possibilità, i loro talenti.
Ci vuole coraggio. Ma è il coraggio di sentirsi cittadini e di lavorare per un Paese migliore”.
Mattarella: “Un Paese è più ricco se percepisce le diversità come un fattore di ricchezza”
Nel corso della Giornata Nazionale delle persone con disabilità intellettiva il Presidente della Repubblica ha ricordato che “Ci vuole coraggio. Ma è il coraggio di sentirsi cittadini e di lavorare per un Paese migliore”.