Andrea Mantegna (1431 – 1506) / Wikimedia Commons - www.mini-site.louvre.fr, Public Domain

“Gesù è un forestiero, finché non lo scopri!”

Nella lettera di aprile, monsignor Leuzzi esorta gli universitari romani a non cercare “forme sociali e religiose aggressive e utopistiche”

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Riportiamo di seguito la lettera di aprile indirizzata da monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio della Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma, agli studenti romani.
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Cari studenti universitari,
vi scrivo durante la settimana che la Chiesa vive con la stessa intensità del primo giorno, quando le donne recatesi al sepolcro e non trovarono il corpo del Maestro.
Quello stesso giorno due discepoli di Emmaus discutevano lungo la strada dell’accaduto, perché erano stati informati della sorpresa vissuta dalle donne (cfr Lc 13-35).
Il Risorto avvicinandosi loro chiede loro di che cosa stessero discutendo. La risposta dei due è sorprendente: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme?” (Lc 24,18).
Gesù è forestiero finché tu non lo hai scoperto!
Anzi Lui vuole essere un interlocutore silenzioso, rispettoso della mia e della tua ricerca. E di fatto, il Risorto invita i due a descriverGli ciò che era accaduto.
Cari amici,
a me è accaduto la stessa esperienza della discrezione del Risorto nel mio cammino. Mai una forzatura, mai un inganno, anche nascosto sotto forme accattivanti e travolgenti.
Facendosi loro compagno di strada ammina li costringe ad esporre ciò che sapevano, ma questi erano incerti, perplessi.
Incerti e perplessi. È il cammino ordinario della vita dell’uomo, della vita di ciascuno di noi. Non dobbiamo spaventarci. Lui è accanto a noi quando Gli esponiamo con sincerità la nostra vita, le nostre esperienze, le nostre scelte, i nostri progetti.
“Stolti e lenti di cuore” (Lc 24,25): sì, siamo stolti perché pensiamo di essere capaci di decifrare da soli ciò che viviamo, di classificarlo, di organizzarlo, Kant addirittura avrebbe voluto strutturarlo. Siamo davvero lenti di cuore perché l’amore ci spaventa quando è davvero gratuito.
E Lui spiega loro che il suo amore non è strumentale, tutta la Scrittura parla di Lui, che non desidera aggregarli a sé, ma amarli e camminare insieme.
Il Risorto vuole camminare con me, con te!
Cari amici,
i due discepoli di Emmaus erano convinti delle parole che avevano ascoltato dal Maestro quando era con loro prima della sua morte. Erano forse pronti a credere nella sua resurrezione, come quella di Lazzaro che probabilmente avevano anche incontrato. Ma che il Maestro camminava con loro era fuori della loro logica!
Qui entra in gioco l’amore!
Chi ama non abbandona mai l’amato e cerca sempre il suo bene e non quello proprio. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe non poteva abbandonare l’uomo nella sua esistenza storica. Lo ha cercato per tanti secoli. Ma poi ha posto fine ad ogni incertezza: ha deciso di camminare con l’uomo.
A Dio non basta stare a guardare e a giudicare. Questo lo fanno gli uomini che non amano. Lui che è l’Amore, con discrezione cammina a fianco di ciascuno di noi.
La discrezione di Dio!
Gli uomini che non sono discreti, non sanno camminare con gli altri. La società contemporanea antepone la visibilità al nascondimento. Se non sei visibile non esisti! È la grande illusione dell’uomo contemporaneo. Ma chi investe tutto nei segni rischia di non camminare con il Risorto.
Vuoi incontrare il Risorto e camminare con Lui allora impara ad essere discreto, non invadente, non autoreferenziale.
È un grande insegnamento per tutta la Chiesa e per tutta l’umanità, soprattutto per le istituzioni che devono svolgere un ruolo di servizio per la comunità. Quando l’istituzione è autoreferenziale è in crisi la partecipazione, la crescita di tutti. Oggi ci sono tante opere sociali e religiose, ma scarso sviluppo!
“Solo tu sei forestiero”?
Cari amici vi auguro di non fare più questa domanda al Risorto, ma di fare esperienza della sua presenza discreta.
Non cercate forme sociali e religiose aggressive e utopistiche. Il ‘900, il secolo breve, ce ne ha raccontate tante.
Tu pensa alla tua esistenza, umile e semplice. Troverai accanto a te il Risorto che farà ardere il tuo cuore dal desiderio di amarlo, perché ti ha amato prima ancora che tu lo conoscessi!
La Pasqua è la festa della presenza discreta di Dio nella storia perché l’uomo possa essere protagonista.
Vogliamo vivere insieme questa straordinaria esperienza Sabato 30 aprile nel Forum degli studenti universitari. Essere protagonisti della storia contemporanea coniugando insieme il dono della misericordia e della conoscenza per servire i nostri fratelli.
Universitari discreti, ma protagonisti!
Il Risorto allora sarà davvero contento di chiedere a tutti voi: “Che cosa sta accedendo nella tua vita universitaria?”.
Nelle aree di ricerca metterete in comune la gioia di studiare e di conoscere, perché il Risorto cerca discepoli umili cercatori della verità.
Vi attendo numerosi con grande gioia.
Vostro
+Lorenzo

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ZENIT Staff

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