Lettura
Tra i brani di apparizione che abbiamo ascoltato durante l’ottava pasquale, quello odierno ci porta sulle rive del lago di Tiberiade, scenario di innumerevoli fatti evangelici e, in particolare, dell’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù. Qui, il Risorto, anticipa il rientro a riva dei suoi discepoli che lo riconoscono dai segni che Egli manifesta allo spuntare di questa nuova alba: la sovrabbondanza della pesca, lo spezzare il pane e il distribuirlo come in quell’ultima Cena di pochi giorni prima.
Meditazione
In questi giorni, la liturgia ci offre una sovrabbondanza di Parola che ci costringe a non distogliere lo sguardo dalla meraviglia della Risurrezione e ci fa comprendere quanto la Presenza del Risorto renda viva la Pasqua nel nostro quotidiano. Il quadro che abbiamo davanti ci fa incontrare Simon Pietro e un piccolo gruppo di discepoli intenti a riprendere la loro vita quotidiana di pescatori dopo i tragici, dolorosi e sconcertanti eventi della Passione. Con la memoria di quanto avvenuto ancora viva, l’incontro con Gesù – trasfigurato dalla Risurrezione e non immediatamente riconoscibile – disorienta i discepoli già afflitti da una notte di pesca infruttuosa. Ed ecco l’ordine già sentito in passato “Gettate le reti”, il miracolo di una pesca improvvisamente abbondante, la premura di cucinare per loro il pasto chiamandoli “Figlioli”, il gesto di un pane-Corpo che si spezza e viene distribuito ancora. Simon Pietro, reduce dal suo recente rinnegamento, si tuffa letteralmente in mare, preso da un’incontenibile euforia per aver riconosciuto dal segno la presenza del Maestro da lui precedentemente rinnegato: È il Signore! Un grido che squarcia il pesante silenzio del lutto e dissipa l’angoscia del dubbio. Un’esclamazione che vorremmo poter pronunciare negli eventi della nostra esistenza per lasciarci riconquistare dalla gioia, dalla fede, dalla libertà, dal perdono, dalla prossimità, dal dialogo personale con Cristo. Gesù ci incontra nei nostri fallimenti, si fa nostro prossimo anticipando ciò di cui abbiamo necessità, cura le ferite della nostra anima nel dono della sua presenza ristoratrice. A noi resta il compito di riconoscerlo, di lasciarci sfamare nella nostra insaziabile sete d’amore, di accogliere il suo manifestarsi oltre le apparenze e in forma nuova.
Preghiera
Gesù, tu sei il Signore! Fa’ che ti possa riconoscere nelle situazioni più contorte della mia vita, laddove sperimento la solitudine, il vuoto, l’equivoco, il dolore. Come Pietro, io possa ripetere: È il Signore!, correre verso di te per restarti vicino e condividere con i fratelli ciò che proviene dalle tue mani.
Agire
Cerco di riconoscere la presenza di Gesù nei fatti più ordinari della mia giornata, e trasformo in un ritornello gioioso l’esclamazione: È il Signore!
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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È il Signore!
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 21,1-14