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Pakistan: manifestanti islamici chiedono la morte di Asia Bibi

I sostenitori di un estremista islamico ucciso a febbraio sono scesi in strada per chiedere l’esecuzione della madre cristiana. Tajani invoca l’intervento dell’Ue

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In Pakistan, mentre ancora è fresca la ferita dell’attentato talebano in un parco giochi di Lahore, la domenica di Pasqua, dove hanno perso la vita tanti bambini e donne, per lo più cristiani, si vivono ore concitate nella capitale Islamabad. La polizia nelle scorse ore è dovuta intervenire con forza per disperdere le frotte di manifestanti che aveva paralizzato la città nella zona vicina al Parlamento.
Migliaia di fondamentalisti islamici si sono radunati per chiedere l’impiccagione di Asia Bibi, la madre cristiana condannata a morte nel 2010 con l’accusa di aver offeso Maometto. I dimostranti chiedono al Governo di non modificare la legge sulla blasfemia ma non solo, essi invocano l’introduzione in Pakistan della sharia e il riconoscimento del “martirio” di Mumtaz Qadri, la guardia del corpo impiccata il 29 febbraio per aver ucciso nel 2011 il governatore del Punjab, Salman Taseer, in quanto quest’ultimo era favorevole a una revisione della legge sulla blasfemia.
Sulla vicenda di Asia Bibi interviene anche l’Unione europea. Il vicepresidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, in un’interrogazione scritta rivolta all’Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, chiede che si intervenga “per scongiurare l’esecuzione”.
Tajani domanda alla Mogherini “in che modo e attraverso quali misure politiche e diplomatiche il servizio europeo per l’azione esterna si sta adoperando per evitare l’esecuzione di Asia Bibi e se sono previste iniziative volte a promuovere la libertà di espressione e di religione in Pakistan, condannando ogni legge che limiti tale diritto”.

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ZENIT Staff

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