Le donne possono contribuire a “promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile”, obiettivo che l’Onu auspica si possa raggiungere entro il 2030. Lo ha detto mons. Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, intervenuto nel dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza sul tema “Il ruolo delle donne nella prevenzione e risoluzione dei conflitti in Africa”.
Il presule ha detto che la Santa Sede apprezza l’impegno dell’Onu per riconoscere “il ruolo vitale delle donne nella diplomazia preventiva, nella mediazione, nei processi di costruzione e mantenimento della pace”, ma ha aggiunto che sia necessario procedere dalle parole alle azioni. In questo senso ha indicato l’esempio della Chiesa, che in Africa sostiene iniziative che difendono i più deboli e aiutano le vittime di guerra.
Oggi – ha osservato Auza, come riporta la Radio Vaticana – l’emancipazione per “troppe donne” è “ancora una lotta in salita ripida”. Egli ha identificato in “marginalizzazione, violenza, abbandono ed esclusione” i motivi di questa condizione in cui si trovano le donne africane. L’appello al Consiglio di Sicurezza è allora quello di porre fine ad “azioni barbariche contro le donne e le ragazze”, quali lo stupro come arma durante i conflitti, gli abusi nei campi profughi, la tratta a scopo di sfruttamento sessuale, gli aborti, le conversioni e i matrimoni forzati.
Infine mons. Auza ha rivolto un omaggio alle quattro suore missionarie – Marguerite e Reginette, rwandesi, Judit, kenyota, e Anselm, indiana – “massacrate da vili fondamentalisti” il 4 marzo scorso nel loro convento ad Aden, nello Yemen.
Holy See Mission
Mons. Auza: "Bisogna valorizzare le donne in Africa"
L’osservatore vaticano presso l’Onu ha invitato le Nazioni Unite a intervenire per fermare “le azioni barbariche” che si compiono contro il sesso femminile