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La tazzina di caffè

Se la società si mostra amara è perché chiede amore e nessuno meglio del cristiano lo può donare

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All’interno della facoltà di sociologia, dov’ero cappellano, un giovane mi enumerava le varie difficoltà e ostacoli che si presentano a chi vuole dare testimonianza cristiana: tante resistenze agli inviti a manifestazioni religiose, un’ardente ostilità alla Chiesa con pregiudizi sulle tonache e sui cristiani della domenica.
A questa obbiezione mi pareva giusto replicare che noi non dobbiamo imporre a nessuno qualcosa, ma solo mostrare e offrire ciò che, del resto, tutti desiderano: l’amore; sembrano opporsi, ma perfino chi cade spesso nel fosso desidera e sogna l’autostrada.
Nessuno mai rifiuta di essere amato, tutti anzi desiderano solo amore.
La tazzina di caffè, del greco, dello slavo, dell’australiano, dell’africano…di ogni uomo, insomma, gradisce e chiede lo zucchero; ne ha diritto. Se qualcuno lo rifiuta forse è solo perché lo zucchero è presentato male; forse perché viene offerto in modo poco credibile.
Allora non c’è che da offrirlo nel modo più gradito a ciascuno. Se per esempio lo rifiutano perché offerto da chi porta la tonaca, allora lo porta e lo offre chi la tonaca non la porta.
Se lo vogliono in una zuccheriera verde anziché rossa, è bene offrirlo con la zuccheriera verde. L’importante è che lo zucchero arrivi a tutti perché è di tutti, è per tutti ed è necessario a tutti.
Se la società si mostra amara è perché chiede amore e nessuno meglio del cristiano lo può donare.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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