Una vibrante invettiva contro la morte procurata dall’uomo, in tutte le sue forme. Anche quest’anno, nel messaggio di auguri Urbi et Orbi per la Santa Pasqua, proclamato dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, papa Francesco ha ribadito la bimillenaria ed eterna verità della Resurrezione: Cristo vivo manda in frantumi tutte le peggiori atrocità umane.
Accanto ai ben noti conflitti armati che funestano il pianeta, il Santo Padre ha accennato anche alla violenza comune, in particolare quando consumata tra le mura domestiche.
“Di fronte alle voragini spirituali e morali dell’umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo un’infinita misericordia può darci salvezza – ha ricordato il Papa -. Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita”.
La Resurrezione del Signore, ha proseguito, “ci dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le vittime del sopruso e della violenza”.
Un particolare riferimento è stato fatto dal Pontefice alle “cronache giornaliere” che quotidianamente “si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove”.
Tra le nazioni martoriate, la prima menzione è andata alla “cara Siria”, segnata dal suo “triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile”. La speranza del Papa è che la Resurrezione “sconfigga la durezza dei cuori e promuova un incontro fecondo di popoli e di culture nelle altre zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, in particolare in Iraq, nello Yemen e in Libia”.
Per gli Israeliani e i Palestinesi, Francesco ha auspicato un “negoziato diretto” che ponga le basi per una “pace giusta”, mentre per l’Ucraina ha invocato una “soluzione definitiva”, anche attraverso “iniziative di aiuto umanitario”, tra cui “la liberazione di persone detenute”.
Il Santo Padre ha quindi espresso “vicinanza alle vittime del terrorismo, forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo, come è avvenuto nei recenti attentati in Belgio, Turchia, Nigeria, Ciad, Camerun e Costa d’Avorio”. Per l’Africa ha espresso speranza in particolare per le “prospettive di pace” in Burundi, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan.
Il messaggio pasquale ha avuto un riferimento particolare al “popolo venezuelano nelle difficili condizioni in cui si trova a vivere e su quanti hanno in mano i destini del Paese”, oltre che alla “schiera sempre più numerosa di migranti e di rifugiati” che “sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto”.
Auspicio del Santo Padre è che il prossimo Vertice Umanitario Mondiale non tralasci di “mettere al centro la persona umana con la sua dignità e di elaborare politiche capaci di assistere e proteggere le vittime di conflitti e di altre emergenze, soprattutto i più vulnerabili e quanti sono perseguitati per motivi etnici e religiosi”.
Bergoglio ha quindi deplorato i disastri ambientali, specie in quelle aree “colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, che non di rado provocano siccità o violente inondazioni, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta”, anche a causa di uno “sfruttamento avido di guadagno”.
In conclusione, il Papa ha voluto rincuorare i “perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo”, ricordando loro che, con la Resurrezione, “Cristo ha calpestato la morte e con la sua risurrezione ha fatto risplendere la vita e l’immortalità”.
Un ultimo augurio è andato a quanti “nelle nostre società hanno perso ogni speranza e gusto di vivere, agli anziani sopraffatti che nella solitudine sentono venire meno le forze, ai giovani a cui sembra mancare il futuro”: anche per loro, ha ricordato Francesco, Gesù fa “nuove tutte le cose” (cfr Ap 21,5-6).
Belgio, Siria e Ucraina nella preghiera pasquale di Francesco
Nel messaggio di auguri “Urbi et Orbi”, assieme al terrorismo e ai conflitti armati, il Papa deplora anche gli “efferati delitti” della criminalità comune