Quando il cioccolato diventa un’arte

Tommaso Molara racconta la curiosa e commovente vicenda che l’ha portato a diventare campione del mondo nella sua specialità

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Fin da bambino, ha sempre avuto la passione per la pasticceria ma il cioccolato era sempre stato la sua ‘bestia nera’: non riusciva a maneggiarlo, non aveva dimestichezza. Salvo poi diventare campione del mondo con il concorso The Star of Chocolate.
Tommaso Molara, 37enne siciliano di Valguarnera, è convinto che sia stato il cioccolato a “scegliere lui”, regalandogli una splendida e – fino a pochi anni fa – inaspettata soddisfazione.
“La mia passione per i dolci è nata a 9 anni, in quinta elementare – racconta Molara -. A quell’età ho vinto il mio primo premio in modelling: riuscivo a lavorare il das con una certa manualità. Il cioccolato, però, è molto difficile da maneggiare, bisogna lavorare molto sulla temperatura e con estrema delicatezza”.
A dieci anni Tommaso ha cominciato ad appassionarsi sempre più a questa attività, osservando i pasticcieri da vicino e collaborando con loro. Da grande, poi, ha deciso di approfondire lo studio dell’alta pasticcieria.
“Ho conseguito ben 15 corsi di aggiornamento sulla pasticceria in genere – spiega Molara – ma sinceramente non avevo nessuna specializzazione con il cioccolato: in qualche modo… mi ha scelto lui! Fino a qualche anno fa, non riuscivo per nulla lavorare il cioccolato, quindi è stato sorprendente superare me stesso, vincendo il titolo nel mondo con una materia tanto nobile e delicata”.
La prima vittoria per Tommaso è arrivata nel 2013, con la partecipazione al concorso per il cioccolato e lo zucchero artistico. Lì ha presentato la sua prima scultura ed è diventato campione regionale per ben tre anni di seguito. Ha poi partecipato e vinto in moltissimi concorsi, lavorando anche con il cake design.
“Il mio sogno – prosegue – era quello di poter vincere il massimo titolo con lo zucchero artistico ma era specialmente nelle competizioni con il cioccolato che riuscivo a fare la differenza”.
L’anno scorso è arrivato secondo a livello nazionale anche sul gelato e terzo sul cake design. “Credo che la pasticceria sia la mia più grande passione, di certo il cioccolato era il dolce preferito di mia nonna, che per me è stata come una mamma. Sono cresciuto con lei, mi adorava, poi lo scorso anno ha avuto un grosso problema di salute. Allora mi sono ripromesso di impegnarmi ancora di più con il cioccolato per tirarla su di morale e incoraggiarla nella sua guarigione. Mentre io miglioravo e facevo progressi, nonna, però, peggiorava sempre più”.
A settembre, Tommaso Molara ha vinto il titolo di campione nazionale del cioccolato, diventando così il rappresentante per l’Italia ai campionati mondiali. “A novembre promisi a mia nonna che avrei vinto per lei ed ho mantenuto la mia promessa. Così iniziò il mio percorso verso i mondiali: ero stato giudicato terzo ma ero titolare della migliore struttura e migliore scenografia. Di certo un errore c’era stato, tanto che il sesto classificato, un austriaco, aveva giustamente presentato ricorso, così nella rivalutazione del punteggio, io ho vinto il podio e l’austriaco è arrivato terzo”.
Tommaso Molara
“È stata dura allenarmi fino a 20 ore al giorno… da marzo 2015 fino a gennaio 2016 mi sono allenato con il cioccolato nelle prove a tempo, in accademia a Roma – racconta ancora il chocolate designer -. Ho provato centinaia di volte a montarla, dietro una scultura di cioccolato, c’è uno straordinario lavoro di équipe: ben quattro assistenti, uno scultore, un fumettista, un designer per gli stampi”. Tommaso si allenava anche di notte, senza mai fermarsi, meticoloso e determinatissimo. “Non è stato facile battere nove nazioni”, commenta.
“La mia più grande soddisfazione è stata quella di aver portato la Sicilia al gradino più alto e Valguarnera ha portato a casa questo titolo. Sono felice di aver scritto una pagina della storia dei siciliani nel mondo. Il mio motto è ‘credici sempre e non mollare mai’”.
A novembre, la nonna di Tommaso è venuta a mancare, quando lui era già il rappresentante dell’Italia. “Ho scelto per lei di non arrendermi mai, malgrado la tensione della gara e gli ostacoli. Ho scelto di lavorare con determinazione e devozione in questa disciplina, poi, ai mondiali ho capito che avrei vinto quando si sono rotte le sculture di tre dei favoriti, tra cui quella di un giapponese, considerato tra i migliori in assoluto”.
“Abbiamo presentato sia la scultura che i dolci – 100 tipi di dolci e 20 dolci per tipo – e la scenografia di buffet finale. Avevamo sette ore per presentare tutto, oltre che presentare la scultura, quindi è stata davvero una corsa contro il tempo, con tutta la tensione nel controllare l’ansia, mantenere la calma e rispondere a tutte le domande che la giuria continuamente faceva. Con me alla gara ho portato la foto di nonna, che di certo ha contribuito alla mia vittoria e mi ha aiutato a superare tutto.
Ricordo quei momenti: eravamo in diretta streaming, con ottocentomila persone in collegamento, mentre in sala c’erano settecento spettatori e tre telecamere a seguire ogni nostro passo”.
“Mi sono allenato moltissimo insieme alla mia assistente Francea Schiera a e Mario Romano, il migliore aerografista in Italia, che è stato in accademia con me e mi ha aiutato molto, consigliandomi e sostenendomi. Ringrazio la mia famiglia per aver creduto in me, gli sponsor e, soprattutto, mia nonna che, dal cielo mi ha dato la forza di vincere. Il segreto del successo è una motivazione forte, io attualmente voglio trasmettere le mie conoscenze a chi ama questo lavoro e penso che se qualcuno crede davvero a ciò che fa, può raggiungere i massimi livelli”.
Qualche giorno fa, Molara ha partecipato alla Sagra del Mandorlo in Fiore ad Agrigento, per la prima volta con il titolo di campione del mondo: “È stata una bellissima sensazione, mi hanno chiesto consigli sul cioccolato e anche sulle strutture. Di certo un elemento di cui si tiene assai conto nelle competizioni è il mantenimento della temperatura di servizio, cioè quella temperatura che permette al giudice di tagliare immediatamente il dolce senza attendere che esso diventi morbido. Al concorso – spiega ancora il chocolate designer – vengono valutati il colore, il gusto, la serietà e la perfezione. Bisogna studiare tantissimo, calcolare i pesi e non è facile: anche i pasticcini che abbiamo presentato non dovevano superare i cento grammi.
Tommaso Molara è fiero del traguardo raggiunto e della sua crescita professionale, in modo particolare negli ultimi due anni. “È incredibile pensare come io sia riuscito a vincere con il cioccolato, che fino a cinque anni fa non sopportavo, non riuscivo a dominarlo, né a lavorarlo e mi sporcavo… Invece ora il cioccolato è diventato la mia specialità, in qualche modo mi ha scelto. Da quando sono campione del mondo ho ideato quattro nuove tecniche sul cioccolato, nuove glasse e gusti: creazione e innovazione”.
“Dietro a una preparazione da olimpiade – conclude il campione mondiale – c’è di certo una grande umiltà, la presunzione non ha mai aiutato nessuno, sapevo che avrei trovato degli avversari di altissimo livello ma ce l’ho fatta”.

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Maria Luisa Spinello

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