Noli me tangere, Lambert Sustris (XVI secolo) / Wikimedia Commons, Public Domain

Il vero incontro con il Risorto rivoluzioni il senso della vita!

Ogni credente sa di non poter stare a guardare, ma rendersi attivo nella ricerca del Cristo, così come è stato per Maria di Màgdala

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Il modo migliore per vivere la Pasqua del Signore, in un tempo di paura e di terrore, è fare un deciso passo avanti verso di Lui. Incontrarlo significa conoscerlo profondamente, fino al punto di mettersi in seria discussione, uscendo dalle tante quotidiane briglie umane. Nel fare tutto questo è indispensabile non avere alcun timore e procedere liberi, schivando la pressione mediatica delle sempre più accattivanti verità soggettive. Un numero ormai crescente che spinge l’uomo ad impossessarsi della Gloria di Dio, per farla propria e renderla strumento del suo potere culturale, economico e politico.
Un atto pericoloso e fuori da ogni principio evangelico che, se dovesse “istituzionalizzarsi”, potrebbe portare il mondo alla deriva. Ogni credente sa perciò di non poter stare a guardare, ma rendersi attivo nella ricerca del Cristo, così come è stato per Maria di Màgdala. Un percorso costante e attivo per poter vivere compiutamente quel pezzo di azione salvifica, per sé e per il prossimo, che appartiene ad ogni battezzato. È di questo che manca oggi la società.
Le crepe si vedono nella gestione della cosa pubblica; dei disperati che fuggono dalla guerra; dei mercati che “giocano” con l’economia sulla testa dei popoli; del diritto, piegato al desiderio soggettivo; del valore non negoziabile della famiglia naturale; del tentativo, mai sopito, di fare del Pensiero Unico il nuovo vitello d’oro, capace di ammansire i cuori e le menti, allontanandoli dalla verità di Dio. Sullo sfondo un relativismo che rende certezza sociale ogni morale personale, anche se priva di un principio assoluto di riferimento, ma ben adattabile al soggetto che la esprime con le sue azioni. Un quadro perfetto nella sua forma esteriore, ma vuoto dentro.
Si tende, infatti, a riconoscersi spesso in un impegno etico collettivo che a parole è rispettoso dell’altro; prodigo comunque in azioni solidali; legato al proprio lavoro con una comprovata onestà intellettuale; osservante di solito delle varie ricorrenze religiose; critico, almeno ufficialmente, verso ogni forma di degrado, violenza, corruzione, illusione, ecc. Tutto a posto quindi? Assolutamente no! L’etica non è soggettiva e se manca di una verità assoluta, tende ad elasticizzarsi, senza alcuna garanzia per se stessi e per la comunità in cui si vive.
Un società così orientata, prima o poi annulla tutto ciò che possa richiamarsi a delle buone regole; a dei principi universali o ad un percorso di obbedienza che liberi dentro, annullando quella volontà soggettiva che, priva di radici ontologiche, è destinata a rallentare ogni auto generazione interiore. Un modello statico fatto dalla somma di tante verità costruite sul nulla, ma divinizzato da una falsa idea di libertà e di autonomia. Non è difficile perciò accorgersi della mancanza di una autentica e salda direzione da seguire, pur millantando traguardi e certezze assolute. Va bene non fermarsi; rinnovarsi; leggere con il pensiero sempre nuovo il mondo che sta attorno!
L’importante è sapere dove si va e cosa si cerca! Altrimenti ci si candida all’insoddisfazione ed a una falsa indagine della verità dell’uomo. Come fare? A chi chiedere aiuto per immettersi sulla strada giusta ed incontrare Cristo, quello vivo?  Una cosa è certa: Non serve al mondo un Figlio dell’Uomo che risponda ad una tradizione religiosa fine a se stessa, quale storico veicolo di appagamento di massa. Bisogna liberarsi da una ipnosi collettiva che spinge a presentare il Messia, come uno dei tanti uomini illuminati che la storia abbia mai conosciuto.
Nello stesso tempo è necessario evitare di guardare la sua “passione” solo dal basso, cioè dalla crudeltà del mondo. Occorre invece viverla dall’alto per poter focalizzare l’amore straordinario di Dio verso l’umanità perduta. Su questa strada si rischia, ogni giorno, di essere degli addetti ai lavori di un progetto culturale e sociale offensivo della vera natura antropica. Non c’è da meravigliarsi se lo stesso trovi poi le sue ragioni di rappresentanza all’esterno, anche nei meandri di un certo potere curiale che, nel tempo, ha menomato il vangelo. Una realtà storica che non rappresenta la vera Chiesa voluta da Cristo, ma che permette a chi fugge dalla verità evangelica, come sottolinea ogni giorno Papa Francesco, di depistare la ricerca di salvezza del genere umano.
Serve più che mai il Cristo di Maria di Magdala. Verso questa direzione è proiettato chiunque desideri essere protagonista in una società che si migliora, altrimenti destinata a mantenere la sua potestà di “teleguidare” ognuno dalla nascita fino alla morte. Giovanni e Pietro vanno anch’essi al sepolcro, ma si fermano; accertano la verità storica e aspettano che il Messia si manifesti; sono appagati, non si mettono alla sua ricerca. Così, come si è tentati di fare oggi! Si è magari padroni dei testi sacri, delle ricorrenze religiose, delle tante buone azioni ufficiali, ma non ci si rinnova ogni giorno nel contatto con Cristo.
L’umanità di questo passo non si salva! Prima o poi, una nuova maggioranza di uomini crocifiggerà il Cristo riproposto tra le nuove discussioni storiche; nelle verità ben descritte dai grafici dei tanti convegni e nei riti accuratamente verniciati. Il tutto per offrire al mondo nuove sicurezze, nuovi diritti, nuove realtà approfonditamente studiate per ridurre il soffio eterno che c’è in ogni uomo. Non è questa la Pasqua del Signore! In proposito giunge una attenta riflessione del teologo mons. Di Bruno:
“Maria di Magdala ci dice che il processo della fede si compie nel momento in cui vi è l’incontro personale con il Signore risorto. Finché questo incontro non avviene, la fede langue, manca di vitalità, soffre di forza divina, è assente quel Soffio eterno che rende nuova la nostra vita. È questa la differenza tra i santi e i non santi. I santi hanno visto il Signore, hanno parlato con Lui, da Lui sono stati alimentati di continua vita eterna. I non santi si sono accontentati di una sterile professione e una vita morale quasi piatta, senza alcuna forza di trascendenza e immolazione”.
Che il Risorto rivoluzioni, rinnovandoci dentro, il senso della vita e prepari alla pace una società che nel suo insieme è troppo spesso priva di certezze, avvolta così com’è nelle sue paure e angosce quotidiane. Buona Pasqua a tutti!
Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Pio: https://www.facebook.com/troppaterraepococielo

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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