Lettura
Oggi è bene tenere presenti le tre letture dell’azione liturgica. L’ultimo carme del Servo del Signore e la Passione secondo Giovanni danno la dimensione divina a tutto ciò che Gesù vive nel suo ultimo giorno terreno. È Dio stesso che presenta il suo Servo: disprezzato, reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, disprezzato, egli si è caricato di tutte le sofferenze umane, trafitto per le nostre colpe, schiacciato sotto il peso delle nostre iniquità. Ogni aspetto della passione di Cristo è registrato da Giovanni nei dettagli, noti al testimone oculare.
Meditazione
Possiamo trovare una delle chiavi di lettura per capire il mistero della passione di Cristo nelle parole pronunciate da Gesù in quei tragici momenti. Ne scegliamo alcune. Anzitutto la domanda posta ai soldati nel giardino degli Ulivi: «Chi cercate?». Gesù prende l’iniziativa per tutto ciò che accadrà. Gesù si presenta, dichiarando: «Io sono». I soldati non hanno bisogno di cercarlo. Non appena sentono questa parola, indietreggiano e cadono a terra. Gesù, infatti, attesta la sua identità con il nome glorioso di Dio (Es 3,14). Hanno una reazione dettata dalla paura di fronte alla rivelazione del suo nome divino. L’espressione, inoltre, ha lo scopo di far capire che Gesù aveva il potere di liberarsi in qualsiasi momento. Ma ora la gloria di Dio si manifesta nell’umiltà e nella debolezza del Nazareno. Un altro tratto è rivelato da Gesù quando dice ai soldati: «Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». Il buon pastore non fugge di fronte al pericolo, ma protegge le sue pecore e le mette al riparo. Sulla croce Gesù si rivolge alla madre: «Donna, ecco tuo figlio» e la consegna «al discepolo che Gesù amava» e, attraverso di lui, a tutti noi. Con quel gesto Gesù chiedeva alla madre il distacco più doloroso, la rinuncia alla maternità fisica, ma nello stesso tempo la unisce a sé nel sacrificio degli affetti e nella nudità della morte. In tal modo, Maria ritrova, nel discepolo, la maternità universale. L’ultima parola di Gesù: «Tutto è compiuto», suggella l’adesione alla volontà del Padre, che aveva considerato come suo cibo durante la sua vita terrena. Gesù ci ha amato sino alla fine; così ha reso gloria piena al Padre, ed è divenuto «causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 4,9).
Preghiera
Signore Gesù Cristo, sei salito sul patibolo scegliendo il posto dei peccatori, pur essendo l’innocente che non ha conosciuto colpa. Accogli il nostro ringraziamento per il tuo “sì” al Padre e per il dono del nostro riscatto: nella tua croce passa la grazia della nostra salvezza.
Agire
Dalla preghiera universale della celebrazione di oggi impariamo ad aprire gli orizzonti della nostra preghiera personale a tutta l’umanità.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Tutto è compiuto
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 18,1- 19,42