Ospiti del C.A.R.A.

Twitter - Fabio Colagrande, journalist Vatican Radio

Tre musulmani, un indù, tre copti e cinque cattolici. Chi sono i profughi a cui il Papa lava i piedi

Dopo la Messa in Coena Domini, Francesco saluterà uno ad uno i circa 900 ospiti del CARA e consegnerà loro alcuni doni, tra cui uova di Pasqua e palloni di calcio

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Saranno tre musulmani, uno di religione indù, tre donne di religione cristiana copta e cinque cattolici (quattro maschi e una femmina), coloro che riceveranno la lavanda dei piedi da Papa Francesco oggi, giovedì Santo, al C.A.R.A, il Centro accoglienza richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto.
I dodici profughi hanno avuto tutti vicende turbolente e situazioni al limite della sopportazione fisica e psicologica in paesi dove regna il dolore e la sofferenza dai quali sono scappati per raggiungere l’Italia. Sira, 37 anni, uno dei tre musulmani che incontreranno il Santo Padre per la lavanda, proviene dal Mali. È arrivato al Cara da meno di due anni dopo essere passato per il Niger e la Libia.
Mohamed, anch’egli musulmano, ha compiuto 22 anni oggi ed è arrivato al Centro di Accoglienza da neanche due mesi. È nato in Siria, terra dalla quale è scappato varcando i confini della Libia fino ad approdare sulle nostre coste a Lampedusa lo scorso 11 gennaio. Il terzo musulmano che incontrerà il Papa ha invece dovuto attraversare otto paesi prima di raggiungere la destinazione definitiva: l’Italia. Il suo nome è Khurram, compirà 26 anni l’1 giugno, ed è originario del Pakistan. Proprio da lì è partito attraversando Iran, Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Ungheria e Austria fino all’arrivo a Caltanissetta l’1 settembre 2015.  L’unico profugo di religione indù è invece Kunal, 29 anni, che ha seguito le stesse tappe di Khurram ma ha iniziato il suo viaggio dall’India.
Il Papa laverà i piedi anche alle tre donne profughe di religione copta e di nazionalità eritrea. Tutte e tre sono partite proprio dall’Eritrea seguendo il medesimo percorso: Etiopia, Sudan, Libia e Italia. Come fossero legate da un filo conduttore sono giunte in Sicilia. La più grande, la ventiseienne Luchia, è arrivata il 7 ottobre dello scorso anno, il 9 ha dato alla luce a Grosseto la figlia Merhawit. Kbra, 23 anni il primo aprile, è approdata sulle coste dell’isola il 5 novembre e l’appena ventenne Lucia il 4 dicembre.
Dei dodici profughi che riceveranno il segnale concreto di accoglienza del Santo Padre ci sono anche i cinque fedeli di religione cattolica. L’unica donna cattolica è Angela Ferri, 30 anni, proveniente da Stigliano. I restanti sono quattro giovani nigeriani, di cui due fratelli, arrivati in periodi diversi in Italia ma con lo stesso tragitto. Tutti e quattro sono studenti. Partiti dalla Nigeria hanno attraversato il Niger e la Libia. I due fratelli sono Shadrach Osahon ed Endurance rispettivamente di 26 e 21 anni. Per salvarsi sono stati separati alcuni mesi ma alla fine si sono riuniti. Il maggiore è arrivato in Italia il 16 agosto 2014 mentre il fratello minore il 17 ottobre dello stesso anno.  Gli altri due profughi nigeriani che riceveranno la lavanda sono Miminu Bright che compirà 27 anni il prossimo 15 giugno e il ventiduenne Osma, già laureato in fisica.

A loro Francesco laverà i piedi “come segno di servizio e attenzione alle loro condizioni” e poi celebrerà la Messa in Coena Domini, insieme agli altri ospiti. 892, in totale, le persone che accoglie attualmente il Cara, di questi 554 sono di religione mussulmana, 337 cristiana e 2 indù. Il Papa incontrerà anche tre famiglie di profughi: Amin, originaria della Palestina, Haron e Mesfun che arrivano dall’Eritrea. La famiglia degli Amin è composta dalla bisnonna Taqia, che nel lontano 1948 si era rifugiata in Iraq e poi nel 2012 in Siria, dal figlio Hassan che è sposato con Sawsan con cui ha avuto una figlia, Tahani. Tahani a sua volta si è sposata con Dardir con il quale ha avuto due figli di otto e sei anni, Roshdi e Mohammad. Infine, la bisnonna Taqia ha anche un altro nipote di nome Hani.
Tutte si sono integrate e partecipano attivamente alla vita del centro come per esempio alla Giornata del Migrante, lo scorso 17 gennaio, quando sono anche passate attraverso la Porta Santa. Per l’arrivo del Pontefice – previsto per le 16.45 – si stanno preparando con le confessioni.

Appena arrivato, Francesco verrà accompagnato all’interno del centro dove conoscerà tre ospiti che gli faranno da interpreti per interloquire con gli altri profughi del Centro. I tre interpreti sono: l’afgano Ibrahim, il maliano Boro e l’eritreo Segen.

Al termine della Messa, il Papa saluterà uno per uno gli ospiti del centro, e consegnerà ad ognuno un dono personale.  Nella sagrestia è stata allestita una stanza con una foto di Santa Giuseppina Bakhita, protettrice del centro Cara.  Stamattina sono arrivati al centro dei doni del Papa: 200 uova di Pasqua, una scacchiera in legno, numerosi palloni di calcio autografati e palline da baseball autografate.

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ZENIT Staff

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