Lettura
L’evangelista Giovanni sottolinea che Gesù aveva una conoscenza sovrumana. Egli sapeva che uno dei Dodici lo avrebbe tradito e ne conosceva il nome. Gesù, dunque, non cade inconsapevolmente nella rete tesa dal traditore, anzi, è lui a indicare a Giuda il momento opportuno, al calare delle tenebre. Si può dire che, anche in questo caso, l’iniziativa è di Gesù. Giovanni apre uno spiraglio sulla gravità del tradimento: questo non fu soltanto un atto di fragilità o di malizia umana. Dietro Giuda, a spingerlo all’azione, vi era Satana.
Meditazione
Giuda, pur conservando la sua libertà e la responsabilità dell’azione che stava compiendo, si è messo come uno strumento nelle mani del diavolo. Dall’altro lato, Gesù è commosso e turbato per il tradimento di Giuda. Fino all’ultimo gli lancia dei segnali perché si renda conto che nulla è nascosto al cuore di Cristo e capisca quanto grave sia la decisione di tradirlo. Egli tenta di strapparlo dalle mani di satana: l’offerta del boccone e la raccomandazione di fare presto ciò che è già progettato, sono delicati segnali per far rientrare in se stesso il traditore. Durante tutta la cena, Gesù rivela con gesti e parole la pienezza del suo amore, che stride con la povertà e con il peccato dell’uomo. Non c’è solo Giuda a distaccarsi da Gesù. Anche Pietro, che spavaldamente si dice disposto a dare la vita per il Maestro, per tre volte rinnegherà di conoscerlo. Ma c’è una differenza: Pietro è un debole, pavido e impulsivo. Difatti, successivamente si ravvede e piange amaramente il suo peccato. Giuda, invece, è refrattario a ogni tentativo del Maestro di richiamarlo al suo amore; non dà spazio al ripensamento. Giovanni propende a credere che fosse dominato dal desiderio di denaro, vendendo il Maestro ai nemici per il prezzo di trenta denari. Si direbbe che l’opera di Gesù tra gli Apostoli, alla vigilia della sua dipartita, si sia conclusa senza successo, seguita dalla terribile sconfitta che subirà nel processo da parte dei capi religiosi e civili. Ma Gesù, dopo che Giuda uscì dal cenacolo, vedendo con chiarezza il disegno del Padre, pronuncia una parola di vittoria: «Ora il Figlio dell’uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui». Gesù non si ferma alle apparenze; vede le cose in profondità e legge il disegno Dio anche nelle prove e nelle situazioni umane più tragiche.
Preghiera
«In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile […]. Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio, dal pugno dell’uomo violento e perverso» (Salmo 70,1-4).
Agire
Nelle difficoltà, ricordiamo che Dio dà sempre la sua grazia, proporzionata ai nostri bisogni.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Un amore di predilezione tradito
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 13,21-33.36-38