“L’Europa può e deve fare di più per proteggere la vita e la dignità di chi tra noi è più vulnerabile”. È l’opinione della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (Ccme), della Conferenza delle Chiese europee (Kek), da Eurodiaconia, Ue-Cord e Act Alliance. Il testo vuole essere un appello ai leader europei, che si sono riuniti ieri a Bruxelles per affrontare il tema immigrazione.
La lettera, ripresa dall’agenzia Sir, chiede che i governi europei mantengano “le loro promesse e gli obblighi ai sensi del diritto internazionale”, ed invita l’Ue ad “incrementare gli sforzi per soccorre le persone nella regione del Mediterraneo e, al tempo stesso, a creare passaggi sicuri e legali per i rifugiati, nonché servizi di supporto adeguati una volta arrivati in Europa”.
In primo luogo si fa appello affinché venga garantito il “passaggio sicuro” dei rifugiati nel continente e vengano organizzati programmi di “ricongiungimento familiare”, perché “l’unità della famiglia è importante per l’integrazione dei rifugiati nelle società europee” ed in tal modo si eviterà che i migranti “rischino la vita o ricorrano ai trafficanti”.
Le Chiese ritengono la “crisi dei rifugiati una sfida sia per l’Ue sia per i Paesi vicini” e “richiede un’ampia cooperazione e collaborazione con i Paesi al di là delle frontiere esterne dell’Ue”. Ripudiano inoltre le espulsioni di chi arriva da Paesi come Afghanistan o Eritrea. “Le espulsioni collettive – prosegue la missiva – sono in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo; inoltre, secondo la giurisprudenza della Corte europea di giustizia e della Corte europea dei diritti dell’uomo, chiunque ha diritto di chiedere asilo nel Paese di arrivo o in qualsiasi altro Paese”.
Non si può risolvere il problema solo con l’accoglienza indiscriminata. Le Chiese chiedono allora che si intervenga alla radice, cercando una soluzione di pace per la Siria.
© Save The Children
Le Chiese cristiane chiedono all'Europa di accogliere gli immigrati
In un testo firmato anche dalla Conferenza delle Chiese europee si invoca a tal proposito il diritto internazionale