Lettura
Il tema delle letture di oggi è l’ostilità nei confronti dell’inviato di Dio. La liturgia di questi giorni, prossimi alla Settimana Santa, ci fa conoscere i sentimenti che erano in Gesù, di piena coscienza di quanto si preparava nei suoi confronti dagli oppositori: la relazione tra le letture dell’Antico e Nuovo Testamento si fa molto stretta, nella prospettiva di compimento della profezia. Gesù, nel Vangelo esprime sentimenti analoghi a quelli di Geremìa, il quale rinunciò a salvarsi con i propri mezzi e si affidò a Dio. Gesù va ben oltre: nella sua passione si rivolge al Padre perché perdoni il peccato dei suoi crocifissori.
Meditazione
La vendetta è una reazione naturale dell’uomo, soprattutto quando è perseguitato ingiustamente. Un primo gradino consiste nell’affidare la propria causa a Dio. Anche noi dovremmo compiere questo passo ogni volta che siamo assaliti dall’ostilità e dal tradimento. Il cristiano deve rivestirsi dei sentimenti che furono in Cristo Gesù. Dio non permetterà che il male trionfi, ma Gesù offre a Dio, per i suoi persecutori, anche il tradimento e la sofferenza che gli vengono procurati. Sul Gòlgota, al momento della crocifissione, Gesù non chiede al Padre di vendicarlo dei suoi uccisori, ma implora il perdono. Il cuore di Cristo ha riversato i suoi tesori di misericordia su tutti i peccatori. L’autenticità della missione di Cristo è dimostrata dal fatto che egli compie le opere del Padre: si rivela come Figlio di Dio non solo attraverso le parole, ma anche con le opere. I comportamenti di Gesù portano alla conclusione che tra il Padre e lui c’è unità: egli è l’inviato di Dio; la parola che annuncia è quella del Padre, le sue opere e la sua obbedienza sono quelle del Figlio. E questo, ai Giudei, appare come blasfemo. Per i credenti, Gesù è luce, è l’inviato del Padre, il rivelatore che è venuto a portare la luce e la vita agli uomini; la sua morte fu un’ingiustizia e un grave errore umano che, tuttavia, era previsto nel disegno di Dio di donare suo Figlio, fino alla morte, perché da essa risorgesse la vita per l’uomo. Per gli increduli, Gesù è oscurità. Lo considerano un blasfemo per la sua pretesa di mettersi al livello di Dio. L’argomentazione di Gesù è sostegno per la nostra fede, perché le sue opere dimostrano che egli è il Figlio di Dio, la Via che porta alla vera conoscenza di Dio. Il cammino che stiamo percorrendo verso il mistero pasquale esige una fede sempre più motivata, pura e viva nel Signore Gesù.
Preghiera
Signore Gesù, comprendiamo il valore che davi al titolo di Figlio di Dio. Aiutaci ad affermare con coraggio che tu sei Dio, e donaci di testimoniare concretamente la tua misericordia, che è il segno del tuo amore che redime.
Agire
Assumiamo il duplice impegno di superare lo spirito di vendetta e di non abbandonare mai la carità.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Il Signore è al mio fianco
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 10,31-42