Presentazione "La Via Mistica nelle Grandi Religioni" (Upra) - ZENIT FC

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Card. Sarah: "Colui che cerca felicità lontano da Dio smarrisce se stesso"

Il porporato è intervenuto alla presentazione del libro “La via Mistica nelle grandi religioni”, dove ha ricordato l’importanza del dialogo inter-religioso, che non va però confuso con il sincretismo

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È fondamentale il dialogo interreligioso, il quale si raggiunge non attraverso una mescolanza indistinta, bensì conservando ogni fede la propria identità. Questo il messaggio che il card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha colto dal libro La via Mistica nelle grandi religioni (LEV 2016), di don Salvatore Giuliano.
Il volume è stato presentato presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, dove don Giuliano insegna Teologia Dogmatica e Sacra Liturgia. Volume che, ha osservato il card. Sarah, “pone l’attenzione su alcuni dei temi di grande attualità che si impongono nei nostri tempi: il dialogo interreligioso e la conoscenza delle diverse modalità attraverso le quali l’uomo ha cercato di incontrare il mistero di Dio”.
Il porporato è andato alla radice dell’incontro tra le diverse fedi fino a risalire alla dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, che si sta rivelando di stretta attualità per via “del grosso flusso migratorio” che rende “quanto mai vicine molte religioni un tempo considerante lontane”.
Negli ultimi cinquant’anni, su impulso di Nostra Aetate, si sono susseguite iniziative finalizzate al dialogo tra la Chiesa cattolica e le altre religioni. Il card. Sarah individua nell’incontro di Assisi del 1986 “un avvenimento particolarmente significativo” in questo senso. Voluto e promosso da San Giovanni Paolo II, quell’evento ha lasciato una traccia indelebile, giacché “la sua fiamma – ha spiegato Sarah – si è estesa in tutto il mondo e costituisce un permanente segno di speranza”.
Quelle che un tempo erano “indifferenza o opposizione” si sono tramutate in “collaborazione e benevolenza”. Da “nemici e stranieri – la riflessione del cardinale – cerchiamo ora di diventare amici e fratelli”.
Tuttavia, questo impegno non sempre è vicendevole. Il card. Sarah ha detto a tal proposito: “A Roma, centro della Chiesa cattolica, sorge oggi una grande moschea. L’inverso, alla Mecca o a Medina, sarebbe del tutto impossibile”. Perché “ai non musulmani è strettamente proibito l’ingresso in queste città” sacre per l’Islam.
Il mondo di oggi, però, richiede che tutti i credenti collaborino tra loro e con le persone di buona volontà. Il Prefetto per il Culto Divino ha snocciolato i “numerosi temi” riguardo i quali si richiedono “risposte effettive” dalle grandi religioni: la pace, la fame, il diritto alla vita dall’inizio alla fine della sua esistenza, la crisi ambientale, la violenza (specie quella in nome della religione), la crisi antropologica, il degrado morale, la crisi della famiglia e la crisi della speranza.
“Noi credenti – ha aggiunto Sarah – non abbiamo ricette per tutti questi problemi, ma abbiamo una grande risorsa: la preghiera, il cammino verso Dio, la via mistica”. Del resto, “solo con l’esperienza viva di Dio, l’uomo ritorna ad essere pienamente sé stesso”.
Il cardinale ha sottolineato che “troppo spesso l’uomo si lascia distrarre dai ritmi frenetici della società, senza dare ascolto al grande desiderio dell’assoluto presente nel profondo del proprio io”. Non va mai dimenticato che “nella natura dell’uomo sono unite la dimensione materiale e quella spirituale”, pertanto “per sua stessa natura, l’uomo è un essere religioso e senza riferimento al Creatore non riceverebbe pienezza nella sua umanità”.
La “ricerca di Dio” è propria in ognuno di noi, anche se “si esprime in modi differenti, attraverso religioni diverse”. Il card. Sarah ha quindi ribadito la necessità di “protendere a un fruttuoso dialogo quale vera strada verso l’unità e verso la pace”.
Unità che non va scambiata con un amalgama di idee confuse e inefficaci. “Non dobbiamo scivolare nel sincretismo o nel relativismo”, ha ammonito Sarah, ricordando che questi elementi “distruggono le basi stesse del dialogo e del rispetto delle diversità”.
Un rispetto, al contrario, che è possibile elargire soltanto laddove sia chiara e forte la propria identità. Così come chiara e forte è stata per quelle celebri personalità, di diverse religioni, che hanno percorso “la via mistica”.
Il card. Sarah ha affermato che “la preghiera, la penitenza e la meditazione silenziosa, mosse da un’ardente sete interiore di Dio, hanno acceso i cuori” di costoro, facendoli assurgere a “esempi luminosi perché infiammati dall’ardore dello Spirito Santo che soffia dove vuole”.
Sul loro esempio, possiamo comprendere che la via mistica è “l’unica vera possibilità per intraprendere quel cammino di liberazione dal non senso, dalla superficialità del vivere, indirizzandoci verso un’esistenza di interiorità gioiosa”.
“Ogni uomo deve ricordare – ha aggiunto Sarah – che eliminando il rapporto con la preghiera e con il silenzio, elimina il rapporto con Colui che l’ha creato e lo fa vivere”, perché “se la ricerca di senso e di felicità esula dal fine di conoscere e amare Dio, allora egli smarrirà sé stesso”.
La “via mistica” è dunque aperta ad ogni uomo. Questo l’insegnamento del libro di don Giuliano, che nel suo intervento ha ricordato anche  padre Edward McNamara, decano della Facoltà Teologica Regina Apostolorum. Egli ha spiegato che la “via mistica” non è riservata soltanto a delle élite, come erroneamente si potrebbe credere, ma è “una chiamata che nella mente di Cristo è universale”.

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Federico Cenci

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