Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain

Abramo, nostro padre nella fede

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 8,51-59

Share this Entry

Lettura
La liturgia della Parola odierna pone alla nostra attenzione la figura di Abramo. Il libro della Genesi ricorda l’alleanza stabilita da Dio con il patriarca. Abramo è grande non solo perché è stato scelto da Dio, ma perché ha creduto alle sue promesse. Nel Vangelo, Gesù afferma di essere superiore all’antico patriarca: in quanto Figlio di Dio, egli è preesistente ad Abramo, il quale sperava e desiderava di vedere il suo “giorno”: egli «lo vide e fu pieno di gioia». I Giudei sono posti di fronte all’affermazione della natura divina di Gesù, e questo scatena la decisione di lapidarlo perché blasfemo.
Meditazione
La vita terrena di Gesù ha procurato la salvezza a tutta l’umanità. Il vertice dell’esistenza di Cristo è stato il mistero pasquale di passione, morte risurrezione. Abramo ha presagito e ha visto prefigurato il giorno di Gesù in due eventi della sua vita di credente: il primo è la nascita di Isacco. L’apostolo Paolo la considera come una vittoria sulla morte: Abramo «non vacillò nella fede, pur vedendo come già morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara» (Rm 4,19). Abramo credette nel Dio che risuscita i morti. Per la sua fede nella promessa di Dio, che è capace di vincere il potere della morte, egli ottenne la nascita di Isacco. Questa è stata un’esperienza di “vita” e di risurrezione. Il secondo evento, nel quale Abramo ha visto in anticipo la risurrezione di Gesù, è il sacrificio di Isacco; anch’esso è stato una vittoria sulla morte. Abramo era pronto a immolare il figlio, pur sapendo che in lui si sarebbe realizzata la promessa divina di benedizione per tutti i popoli. Abramo credette fermamente alla parola che Dio gli aveva dato. Il Signore avrebbe trovato il modo di conciliare la fedeltà alla sua promessa con l’obbedienza incondizionata di Abramo. Perciò gli risparmiò il figlio, restituendolo alla vita. Isacco è stato offerto per il sacrificio ed è stato restituito vivo al padre, diventando figura della risurrezione di Gesù. Per sfuggire alla lapidazione, Gesù si ritirò in un luogo nascosto, perché non era ancora giunta la sua ora. Ma questo suo uscire dal tempio era anche un gesto simbolico per indicare che la luce del mondo si era ritirata dal luogo della presenza di Dio e dell’incontro con il suo popolo.
Preghiera
O Dio, padre dei credenti, che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale, moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli, e nel sacramento pasquale del Battesimo adempi la promessa fatta ad Abramo di renderlo padre di tutte le nazioni, concedi al tuo popolo di rispondere degnamente alla grazia della tua chiamata.
Agire
È dovere del cristiano dare un aiuto a coloro che si trovano in difficoltà nella fede o che hanno bisogno di luce nelle loro crisi o dubbi.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione