Oggi più che mai abbiamo bisogno, come dice un salmo, di chiudere gli occhi per non vedere il male sempre e dovunque. Abbiamo bisogno di ottimismo, abbiamo bisogno di sorridere. Il sorriso infatti è unicamente umano e profondamente umanizzante.
Tra i personaggi italiani che riescono meglio a farci ridere c’è indubbiamente “Lillo” Petrolo. ZENIT lo ha intervistato.
Buongiorno. Il Lillo istrionico, surreale, comico, è ben conosciuto dal pubblico. Ma con questa intervista volevamo far conoscere un Lillo diverso, diciamo pure un altro Lillo.
Beh, grazie, è bello che vogliate far emergere le mie qualità umane…
No, no, intendevamo proprio intervistare un ALTRO Lillo. Il problema è che non lo abbiamo trovato, e alla fine siamo stati costretti a venire da lei… Scherzi a parte, Pasquale Petrolo e Lillo sono la stessa persona, oppure lei custodisce nascoste alcune cose, come un supereroe nella sua identità segreta?
Diciamo, per usare la stessa metafora, che posso sicuramente paragonarmi a Superman. Non per la sua forza sovrumana, Non per la vista a raggi x, ma solo per il fatto che si vede spudoratamente che Superman in realtà è Clark Kent: identici, se non fosse per gli occhiali. Questo per dire che non c’è molta differenza fra l’attore e l’uomo.
È obiettivo: lei fa ridere. Ma la sua comicità fa anche pensare. Ad esempio la gente pensa: «ma chi me lo fa fare di faticare così tanto col mio lavoro? Guarda quello lì!». In realtà vogliamo sottolineare che il successo di oggi ha radici che vanno lontane nel tempo: la sua carriera inizia (come fumettista) già negli anni ‘80 ed è fatta di serate, locali e tanto impegno. Quanto c’è di dono innato nella sua comicità e quanti ‘colpi di scalpello’ dietro ogni personaggio?
Credo di essere fortunato perché lavoro sempre su progetti miei condivisi con Greg (Claudio Gregori, ndr.) ed ho l’opportunità di scegliere quando i progetti non partono da una mia idea. Questo mi fa amare il mio lavoro caricandomi di energia necessaria per creare quell’empatia con il pubblico che si verifica solo quando l’impegno dell’artista è sincero e appassionato. La gavetta è dura come in tutti i lavori, ma credo che sia fondamentale per qualsiasi crescita professionale.
Seppure c’è una parte di ‘dono ricevuto’, in modo quasi evangelico lei fa fruttare questo talento, amplificandolo: dai sorrisi e le risate che lei dona con la sua attività, a doni concreti, come tante iniziative di beneficenza che sono collegate con gli spettacoli che fa col suo eterno-altro che è Greg. Le persone sembra che stiano sinceramente bene con lei, che ricevano qualcosa: forse quelle radici di Lillo di cui parlavamo prima non vanno solo lontano nel tempo, ma vanno anche nel profondo dell’umano…
Ci interessa la beneficenza così come dovrebbe interessare tutti, chiunque dovrebbe nei limiti del proprio tempo e delle proprie disponibilità aiutare chi ha bisogno; a volte basta veramente poco. La cosa meravigliosa del nostro lavoro è che alcune volte ha un valore terapeutico. Una risata, in certi casi, può curare più di un medicinale.
Disegnatore, cantante, attore di cinema e teatro, regista, doppiatore, conduttore e creatore di programmi per la tv e per la radio, adesso anche animatore di pupazzi per una web-serie … Manca qualcosa? E tutto è fatto con stile, simpatia e senza cinismo. Qual è la fonte di tanta creatività e originalità?
In realtà la cosa che facciamo è una sola: esprimere il nostro umorismo. Il fatto di farlo con molti mezzi è semplicemente stimolante, diventa per noi interessante ogni volta capire il linguaggio di un mezzo mediatico ed usarlo ai fini umoristici che ci appartengono.
Il suo cammino cinematografico da ‘solista’, sorprendentemente, inizia con un ruolo serio nel toccante “Per non dimenticarti” (di Mariantonia Avati), per proseguire, poi, con il film “Mi rifaccio vivo” (di Sergio Rubini) e “Tempo Instabile con Probabili Schiarite” (di Marco Pontecorvo). Quanto conta in questo percorso la grande bellezza?
Beh effettivamente non è il primo che la nota in me…
No, mi scusi, io mi riferivo al film premio Oscar “La grande bellezza”, che la vede fra gli attori.
Diciamo che ho semplicemente avuto la fortuna di capitare nel cast di Sorrentino. Sono sicuro che, se il personaggio che ho interpretato io fosse stato affidato ad un altro attore, l’Oscar, il film, l’avrebbe vinto lo stesso…
È appena uscito nelle sale il film “Forever Young” di Fausto Brizzi nel quale si dissezionano vizi e vezzi italiani: una vita di successo si misurerebbe su una impari caccia all’eterna giovinezza: forma fisica, numeri di “mi piace” sui social. Ma, come nel racconto della torre di Babele, cercare di toccare da soli il cielo, mattone dopo mattone, significa inseguire un miraggio che si sposta sempre più in là. Cosa è che espone la vita al successo pieno o al fallimento?
La mia filosofia a riguardo è da sempre non inseguire con ansia mete o obiettivi precisi. L’importante è fare bene, giorno dopo giorno, quello che si ama. I risultati poi, se devono arrivare, arrivano da soli, spesso sorprendendoti.
Ma lei è sempre dell’umore giusto per fare umorismo?
L’umorismo interessante, diciamo quello “d’autore” viene generato spesso quando si è di cattivo umore.
Tra i suoi tanti personaggi, uno dei più amati è Piermaria Carletti, alias “Normalman”, il Normal- Supereroe meno Super che ci sia: con tanta buona volontà e un costume colorato cucito alla buona (da lui stesso) si trova a intervenire per risolvere liti di condominio, aiutare a parcheggiare oppure a portare le buste della spesa, indicare strade a persone smarrite… insomma aiuta nei problemi della vita quotidiana che abbiamo tutti; c’è un eroismo nascosto nella vita di tutti i giorni?
I rapporti tra le persone, secondo me, rispetto al passato si sono notevolmente “raffreddati” per cui anche cedere il posto in autobus ad una persona anziana assume il sapore di un atto eroico. Ma per questo c’è Normalman!!!
Chiedendo in giro , dicono di lei: «Lillo è una persona solare», «Lillo è particolarmente sensibile», «Lillo mi deve ancora 50 € dal mese scorso» , «…Ma Lillo chi?». Lei come si definirebbe?
Un cialtrone. Devo a me stesso 500 euro da più di due anni e non me li sono mai ridati.
Cos’ è che la fa ridere? E cos’ è invece che fa piangere Pasquale Petrolo?
Lillo: Tutti gli eventi dell’esistenza umana. Per questo amo le commedie dei grandi autori come Scola, Monicelli e molti altri di quella generazione. Facevano spesso una riuscita fotografia della vita con i suoi lati tragici e comici.
Dunque per la sua arte, lei è andato a scuola coi più grandi. Sia sincero… la maltrattavano con atti di bullismo?
La mia scuola è stata la strada (per strada intendo localetti fumosi dove si provava ad intrattenere un pubblico rumoroso e distratto) per cui gli unici atti di bullismo che alcune volte ho dovuto sopportare provenivano dal pubblico, tipo: «Ahoo! Facce ride!!!».
A proposito: io e mia moglie eravamo parte di quel suo pubblico, già da quegli albori, anzi abbiamo iniziato la nostra storia con le sue canzoni (col gruppo Latte e i suoi Derivati), con i vostri spettacoli; ora anche i nostri figli sono appassionati…
Quindi vuole un autografo?
No, vorrei una mano a mantenerli, in parte sono pure figli suoi… Lillo?… Lillo, scusi ma dove va?
Mi scusi è che mi sono ricordato di una visita medica, sa com’è con questi anni bisestili…
Niente da fare, è sparito. Sono bastati poche decine di minuti, l’autobus giusto… e si è dileguato. Forse era veramente Normalman, il Normal-Supereroe. Ed ora…
Là dove ci sarà una persona in grave pericolo o in grande bisogno, non troverete nessuno. Per tutti gli altri ci sarà lui, Lillo, a regalare sorrisi e umanità.
Lillo : il supereroe della comicità
L’umorismo “d’autore” viene generato spesso quando si è di cattivo umore.