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Colui che mi ha mandato è con me

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 8,21-30

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Lettura
Nella liturgia di oggi c’è un collegamento tra la prima lettura e il Vangelo nel verbo “innalzare”: il serpente di rame fu innalzato sopra un’asta; il Figlio dell’uomo fu innalzato sulla croce. Nei due testi, i segni che Dio pone nella vita del suo popolo sono per procurare la salvezza. Il verbo “innalzare”, nel Vangelo di Giovanni, dà un senso positivo alla crocifissione di Gesù: esaltato sulla croce, Cristo attira a sé gli sguardi degli uomini, per comunicare loro l’amore che lo ha spinto al sacrificio supremo della vita.
Meditazione
Sulla croce Gesù manifesta pienamente la sua relazione con il Padre nell’obbedienza: «Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,8-9). Sulla croce, offrendo la sua vita in sacrificio per noi, ha dimostrato che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). La grandezza di Gesù è l’aver amato «fino alla fine» (Gv 13,1), nella duplice dimensione di unione filiale al Padre nell’obbedienza e di dono completo della sua vita per tutti gli uomini. Gesù dice ai farisei: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che “Io sono”» (Gv 8,28), cioè conoscerete che io sono il Figlio di Dio, pieno di amore per il Padre e per gli uomini. Gesù continua a parlare dell’unità del Padre e del Figlio. Il Padre ha inviato il Figlio. E afferma anche l’impossibilità di comprenderlo per i Giudei. Lo conosceranno quando innalzeranno il Figlio dell’uomo. Innalzato sulla croce, Gesù sarà come un ponte tra due mondi: quello di quaggiù e quello di lassù. In questo modo si potrà vedere chiaramente che Gesù appartiene ai due mondi. Il peccato è un male distruttivo, inguaribile con le sole forze umane. Dio dà un segno, come un tempo agli Ebrei nel deserto: ma al legno è inchiodato il Figlio di Dio, che riconcilia con il Padre. Nella sua passione e sulla croce Gesù sa di compiere la volontà del Padre, perciò è intimamente unito nell’obbedienza a Lui e non sarà mai abbandonato: «Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo». Questa rivelazione dell’intimità con il Padre, nell’obbedienza, convince molti a credere in lui.
Preghiera
Dio onnipotente ed eterno, nella tua bontà hai voluto che il nostro Salvatore si incarnasse e patisse la morte di croce per dare esempio di umiltà agli uomini: concedi a noi di diventare discepoli della sua passione e partecipi della sua risurrezione.
Agire
Siamo invitati a portare la nostra croce con lo sguardo fisso al Crocifisso. Diamo una mano a chi, accanto a noi, è accasciato sotto il peso della sofferenza.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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