Cardinal Angelo Bagnasco

Conferenza Episcopale Italiana

Utero in affitto, migranti, omicidio Collatino. La prolusione di Bagnasco al Consiglio permanente

Da Genova, il presidente CEI tuona contro i muri dell’Europa e la maternità surrogata: “diritto” per i ricchi a danno dei poveri. Una riflessione su pedofilia, inverno demografico, “sballo” giovanile, cristiani perseguitati

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Sacerdoti pedofili e migranti morti nell’Egeo; le suore di Madre Teresa uccise in Yemen e i cristiani perseguitati che versano il sangue per Cristo nel mondo; le famiglie colpite dalla crisi non solo economica ma anche di valore e i giovani disagiati, come i due romani che hanno commesso il “recente, raccapricciante delitto” al giovane Luca Varani, “perpetrato per curiosità”.
Sono le figure su cui si snoda la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente della Cei, che, in via eccezionale, si svolge da oggi fino al 16 marzo a Genova, dove a settembre è in programma anche il Congresso Eucaristico Nazionale.  Il porporato esordisce con un affettuoso augurio al Papa per il terzo anno di Pontificato e, per l’occasione, assicura la sua “leale obbedienza” e una “fervente preghiera”, annunciando al contempo la presenza del Pontefice all’Assemblea Generale di maggio, dove aprirà i lavori che saranno incentrati principalmente sulla vita e formazione permanente del Clero.
Pedofilia. Vescovi ribadiscono condanna, preoccupazione per lo “scandalo delle anime”
“Vogliamo aprire il cuore ai nostri amati sacerdoti: essi sono ogni giorno vicini alle loro comunità con discrezione e dedizione” dice Bagnasco, che, “alla luce di alcune recenti circostanze”, non manca di ribadire che “ogni volta che si accerta un caso di pedofilia si rinnova in noi il dolore e la vicinanza alle vittime e ai familiari”.
“Insieme – afferma il presidente Cei – ribadiamo la condanna dei colpevoli, mentre cresce la preoccupazione per lo scandalo delle anime. Com’è noto, i vescovi italiani sono stati tra i primi a mettere in essere con rigore le indicazioni della Santa Sede in ordine all’accertamento degli addebiti e all’erogazione delle pene, e hanno rafforzato le strutture di recupero nonché i criteri di prevenzione”.
“Fermo restando tutto questo, riconosciamo e condividiamo la generosità del nostro Clero, che si spende ogni giorno accanto a tutti e a ciascuno con disinteresse e trasparenza”, sottolinea il cardinale. Sono tanti, anzi, “moltissimi” i “sacerdoti, consacrati e laici, che servono con gratuità e sacrificio di energie, tempo, denaro”. E “qualche ombra, che a volte dolorosamente si constata, non deve oscurare né screditare” il loro operato “limpido e generoso”.
Cristiani perseguitati: “Brutale accanimento contro la fede cristiana”
Il porporato dà voce, poi, ai “timori” e alle “resistenze” che crescono davanti alle “tragedie di violenza e di ingiustizia” che si verificano nel mondo, quasi a voler controbilanciare “l’indifferenza nell’opinione pubblica mondiale” che – come aveva già detto il Papa – è un peccato che “grida vendetta al cospetto di Dio”.
Il pensiero va alla “recente uccisione nello Yemen di quattro suore di Madre Teresa, insieme ad altre dieci persone” che, secondo il presidente Cei, “mostra ancora una volta il brutale accanimento contro la fede cristiana, e la mite forza della fede che spinge le loro Sorelle a continuare nel servizio d’amore”. “Noi vescovi – aggiunge – insieme alle nostre comunità, ci facciamo eco dei gemiti di tante vittime innocenti”.
Migranti: “Un continuo spettacolo di dolore, paura, sfinimento”
Bagnasco fa sua, quindi, “la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza”: non solo i cristiani vittime delle “sanguinarie persecuzioni religiose”, ma anche i migranti e rifugiati “che si sono messi in marcia verso il nord del pianeta e, come il povero Lazzaro, bussano alla porta dei Paesi ricchi”.
“Dall’inizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo!” denuncia il porporato, avendo davanti agli occhi “le ondate della povera gente” che, “quando riescono a raggiungere le nostre spiagge, sono continuo spettacolo di dolore, paura, sfinimento”. Per questo grida: “Che spettacolo dà di sé l’Europa? Dobbiamo confrontarla con i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non può più tornare indietro”.
“L’Europa erige muri e scava fossati?”
“Può l’Europa – insiste il cardinale – culla di  civiltà e diritti, erigere muri e scavare fossati? La vigilanza intelligente è doverosa – e le nostre Forze dell’Ordine ne hanno dato prova anche in questi giorni – la strategia di integrazione non è facile, ma la Casa europea e le stesse Nazioni Unite stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia? Nessuno – sottolinea – può negare che il nostro Paese è sempre stato in prima linea, non solo perché è la ‘porta d’Europa’, ma soprattutto perché ha mostrato da subito generosità e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali”.
La Chiesa cattolica impegnata per l’accoglienza
Da parte sua, la Chiesa italiana continua a offrire il proprio contributo attraverso Parrocchie, Istituti religiosi, organizzazioni come le Caritas Diocesane e gli Uffici per i migranti. “Si continua a fare tutto il possibile, cercando anche di aumentare le possibilità di ospitalità” dice, “nelle nostre comunità sono circa 45mila gli immigrati accolti, compresi quanti in questi giorni arrivano a noi attraverso i corridoi umanitari. Ormai, però, è chiaro che si impone la fase dei processi di vera integrazione, processi che richiedono onestà, tempi rapidi, regole, buona volontà e fiducia da parte di tutti”.
Famiglia: “Non indebolirla con omologazioni infondate” 
Nella sua prolusione, il numero uno dei vescovi italiani lancia un nuovo appello per la famiglia, “perno della rete sociale, luogo in cui si condividono le risorse e si genera fiducia e coraggio per andare avanti”, nonché “tesoro da non indebolire e disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo realtà diverse”. “Da una parte – annota l’arcivescovo di Genova – si rivendicano le differenze sul piano culturale e, dall’altra, le si negano sul piano normativo, creando di fatto delle situazioni paramatrimoniali”.
Adozioni gay: “Deriva individualista, radicale e liberista”
Parole forti, come quelle sulle adozioni a coppie omosessuali, frutto di una “deriva individualista, radicale e liberista” che “non intende fermarsi”. “Mentre riaffermiamo con tantissima gente che avere dei figli è un desiderio bello e legittimo, così è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre”, rimarca il cardinale Bagnasco.
Utero in affitto: “Certi diritti solo per i ricchi alle spalle dei più poveri”
E, stigmatizzando la barbara pratica dell’utero in affitto, aggiunge: “Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi. Così, fa parte di un umanesimo umano il fatto che l’amore non giustifica tutto, che i bambini hanno diritto a un padre e una madre, come anche recentemente il Tribunale dell’Aia ha affermato”.
Giovani: “Occupazione, famiglia e stato sociale siano a portata di tutti”
Un pensiero anche ai giovani: “È l’ora di una grande responsabilità – dice – perché i germogli possano diventare presto raccolto abbondante, perché l’occupazione, la famiglia e lo stato sociale siano a portata di tutti, specialmente dei giovani che hanno diritto di farsi la propria famiglia. I beni materiali sono certamente necessari per vivere con dignità, ma esiste un patrimonio invisibile che non ha prezzo e che non si può comprare: è la fiducia, la speranza”.
Inverno demografico. “Nel 2015 i dati peggiori dall’Unità d’Italia”
Speranza che vacilla di fronte all’inverno demografico che continua a perpetuarsi in Italia. I dati ISTAT parlano chiaro: “Quelli del 2015 sono i dati peggiori dall’Unità d’Italia – dice Bagnasco – lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese”. “È il sintomo – osserva – di una crisi più profonda di quella economica. La famiglia, grembo della vita, e l’occupazione, sono le cose concrete a cui il popolo guarda con preoccupazione crescente. Ed è su queste emergenze che la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte per misure urgenti e concrete. Sono questi i veri passi con cui presentarsi in Europa a testa alta!”.
“Un progressivo sgretolamento del tessuto sociale”
Nel suo intervento, il cardinale Bagnasco segnala pure il “progressivo sgretolamento del tessuto sociale”, a causa del quale “ognuno, anziché sentirsi ascoltato e partecipe, facilmente si sente vittima della cultura dello scarto”. “Un fenomeno che interpella tutti”, in particolare le comunità cristiane che “nei quartieri anonimi della nostre città” sono chiamate ad essere “delle piccole luci di riferimento, dei luoghi di accoglienza, dei punti di riferimento dove, prima di fare, ricevere o dare, ognuno possa sentirsi se stesso”.
Omicidio Luca Varani: “Delitto raccapricciante, sintomo di vuoto interiore”
Restringendo infine il focus sull’attualità dell’Italia, il presidente dei vescovi italiani esprime tutto il suo rammarico per “l’ennesimo segno del profondo disagio educativo che serpeggia e miete vittime” quale è stato il delitto del Collatino, commesso “per curiosità – non dunque per una qualche ‘causa’ passionale, economica, antagonista, pur assurda e inammissibile – ma per ‘curiosità’, per vederne l’effetto”.
Tale dramma fa emergere “un inquietante, assoluto vuoto interiore, una disperata noia di vivere che esige un insaziabile bisogno di sensazioni forti, per cui la tortura e il delitto sono pensati, voluti e vissuti per se stessi”. Domanda l’arcivescovo di Genova: “Come società siamo talmente accecati di fronte ai segni della decomposizione culturale da continuare a mettere energie, tempo, risorse in tutt’altro? Siamo preoccupati che non si sia aperto un serio, corale dibattito pubblico; che si continui a mostrare colpevole superficialità o vile rassegnazione di fronte alla cultura dello ‘sballo’ con droghe, alcool, azzardo, fino al disprezzo totale della vita propria e altrui”.
L’interrogativo è serio e bisogna chiedersi anche: “Quale tipo di educazione la società offre alle giovani generazioni?”. “In questione – conclude Bagnasco – ci sono loro ma anche, e molto, noi adulti. Non solo la famiglia e la scuola, ma la società intera”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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