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Io sono la luce

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 8,12-20

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Lettura
Il Vangelo ci presenta la continuazione delle controversie suscitate in occasione della festa delle Capanne. Nel cuore della disputa, Gesù afferma di se stesso: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Con queste parole Gesù rivela a tutti chi egli è e quello che vuol essere per gli uomini. La luce diviene simbolo della legge di Dio data all’uomo come lampada sui suoi passi e sul suo cammino. La luce illumina: chi segue Gesù, perciò, non cammina nelle tenebre.
Meditazione
Possiamo immaginare come l’affermazione di Gesù abbia suscitato una reazione decisa da parte dei Giudei, perché “luce” è uno dei più diffusi vocaboli originari, relativi alla fenomenologia religiosa, intimamente connessi con il primordiale anelito dell’uomo verso l’Assoluto. Dio è il creatore della luce, è vestito di luce, egli è luce e in lui non vi sono tenebre (cfr. 1Gv 1,5). Di fronte alle ostilità e alle chiusure dei suoi oppositori, Gesù fa intravedere il mistero della sua origine divina e la sua relazione con il Padre; egli getta raggi di luce divina verso chi lo rifiuta. Tuttavia, non giudica nessuno e offre fino all’ultimo l’occasione per il ravvedimento e la conversione. Fa impressione la mitezza con cui Gesù tratta i peccatori. Egli non sminuisce la gravità del peccato; sa che il male danneggia l’uomo. Il suo amore, che si fa carico dei peccati del mondo, è l’àncora di salvataggio gettata a chi rifiuta la misericordia e rischia così di perdere la vita. Nel caso di Gesù, i Giudei vogliono giudicarlo per la sua pretesa di essere la luce del mondo. Gesù si rivela come luce del mondo con i suoi atti e le sue parole. Le guarigioni dei ciechi hanno, in proposito, un significato particolare. Gesù allora dichiara: «Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo» (Gv 9,5). La sua azione illuminatrice deriva da ciò che egli è in se stesso: parola di Dio, vita e luce degli uomini, luce che illumina ogni uomo. I Giudei, secondo la logica umana, chiedono un’evidenza esterna. Gesù chiede la loro fede, avendo già dato prova del fatto che le sue parole e le sue opere provengono da Dio. In Quaresima, siamo invitati a “riappropriarci” del nostro battesimo. In esso abbiamo ricevuto la luce di Cristo, che illumina i passi della vita: egli conosce la strada e la meta; ci precede con il suo esempio e la sua parola. Egli ci guida non solo con la dottrina, ma anche illuminando l’intimo del nostro cuore.
Preghiera
Dio, che ci hai strappati dal dominio delle tenebre e ci hai trasferiti nel regno del tuo Figlio, perché condividiamo la sorte dei santi nella luce, donaci di vivere la grazia decisiva del nostro battesimo, quando Cristo brillò su di noi.
Agire
Le scelte personali e della nostra famiglia diffondano la luce di Cristo nella società e nelle istituzioni civili.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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