Papa Global Teacher Prize 2016

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Global Teacher Prize 2016: il Papa premia una maestra e mamma palestinese

Con un videomessaggio durante la cerimonia di Dubai, il Pontefice consegna il riconoscimento ad Hanan al-Hroub. Poi loda il lavoro degli educatori, “artigiani di umanità, costruttori di pace e incontro”

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È stato Papa Francesco ad annunciare ieri, attraverso un videomessaggio, il nome della vincitrice del Global Teacher Prize 2016, durante la cerimonia che si è tenuta ieri a Dubai, nell’ambito del Global Education and Skills Forum. Si tratta di Hanan al-Hroub, giovane palestinese cresciuta nel campo profughi di Deisha (Betlemme) “in un contesto in cui la violenza era ed è all’ordine del giorno”.
L’evento, sul tema “Una maggiore responsabilità collettiva per l’educazione pubblica”, è stato organizzato dalla Fondazione Varkey, ente no-profit nato per migliorare gli standard educativi dei minori disagiati nel mondo.
La donna ha intrapreso infatti la carriera d’insegnante dopo un’esperienza traumatica vissuta dai suoi figli. Tornando da scuola i due ragazzi hanno assistito ad una sparatoria: “Un’esperienza che ha condizionato pesantemente il comportamento, la personalità e i voti dei miei figli”, ha raccontato.
Proprio per far superare ai suoi figli questo dramma, Hanan ha deciso di inventare nuovi metodi di apprendimento attraverso il gioco, che coinvolgeva anche i figli dei vicini. “Poco dopo aver iniziato queste attività – ha spiegato – ho riscontrato netti miglioramenti nei miei figli: cresceva la sicurezza in loro stessi e miglioravano anche i voti a scuola. Per questo decisi di cambiare il mio indirizzo di laurea e diventare un’insegnante”.
Nel congratularsi con lei, Papa Francesco ha sottolineato l’importanza della “nobile professione” degli educatori, quali “artigiani di umanità, costruttori della pace e dell’incontro”. “Un bambino ha il diritto di giocare. Parte dell’educazione è insegnare ai bambini come giocare perché si impara a socializzare, la gioia di vivere, proprio attraverso i giochi”, ha detto il Pontefice.
E, per questo, ha sottolineato Francesco, “un popolo non educato, a causa della guerra o di altri motivi, è un popolo che decade” sempre di più, fino a sprofondare a livello dell’istinto”. L’auspicio è pertanto è che “i governi si rendano conto della grandezza” del compito che hanno i docenti.
Da qui un ringraziamento alla Fondazione Varkey per l’incoraggiamento offerto agli insegnanti di tutto il mondo per lo sforzo di “creare una società globale sostenibile”, anche attraverso la collaborazione con le Scholas Occurrentes, la rete internazionale di scuole nata in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires e che opera “a favore dell’integrazione e della pace nel mondo”. “Insieme – ha detto Bergoglio – si potrà dare agli educatori il meritato riconoscimento per il grande impatto che hanno sulle nostre vite” e restituire alla loro professione la giusta posizione, come “la più rispettata della società”.
Al termine del videomessaggio del Papa, a Dubai è stato piantato un ulivo, simbolo della pace. Il premio – di un milione di dollari – sarà corrisposto alla maestra palestinese in rate di uguale entità in un periodo di dieci anni. Una condizione, questa, posta dai promotori per far sì che il vincitore continui a fare l’insegnante per almeno altri cinque anni.
Alla seconda edizione del Global Teacher Prize hanno partecipato ottomila docenti di tutto il mondo. Dieci i finalisti provenienti da Pakistan, Kenya, Regno Unito, Usa, Giappone, Finlandia, Australia, India.

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ZENIT Staff

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