Nell’Udienza Generale giubilare che precede la Settimana Santa, papa Francesco si è soffermato sul significato del rito della lavanda dei piedi. Quel gesto, compiuto da Gesù in occasione dell’Ultima Cena, fu così “inatteso e sconvolgente” che “Pietro non voleva accettarlo”.
Il Signore, però, nel lavare i piedi ai discepoli, li richiama al “servizio” come “la via da percorrere per vivere la fede in Lui e dare testimonianza del suo amore”. Essendosi Lui stesso fatto servo, ha reso gli uomini servi gli uni degli altri (“anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” Gv 13,12.14”), rivelando, così, “il modo di agire di Dio nei nostri confronti”.
Questa ‘servitù’ non ha nulla a che vedere con il ‘servilismo’ ma si traduce nel “comandamento nuovo” dell’amore, quale “servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri” e che non è fatto solo di “parole” o “opere”.
L’amore è un “servizio umile”, svolto “nel silenzio e nel nascondimento”, secondo quanto detto da Gesù: “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3). Ciò comporta il “mettere a disposizione i doni che lo Spirito Santo ci ha elargito” e, al tempo stesso, “la condivisione dei beni materiali, perché nessuno sia nel bisogno”, secondo uno stile di vita che “Dio suggerisce anche a molti non cristiani, come via di autentica umanità”.
La lavanda dei piedi richiama, però, anche l’invito di Gesù a “confessare a vicenda le nostre mancanze e a pregare gli uni per gli altri per saperci perdonare di cuore”.
A tal proposito, il Santo Padre ha citato Sant’Agostino, che scriveva: “Non disdegni il cristiano di fare quanto fece Cristo. Perché quando il corpo si piega fino ai piedi del fratello, anche nel cuore si accende, o se già c’era si alimenta, il sentimento di umiltà”. È ancora il Vescovo di Ippona a ricordare: “Perdoniamoci a vicenda i nostri torti e preghiamo a vicenda per le nostre colpe e così in qualche modo ci laveremo i piedi a vicenda”.
A braccio il Pontefice ha sottolineato quanta gente ci sia che trascorre la vita “nel servizio degli altri”, menzionando una lettera ricevuta la scorsa settimana da una persona che lo ringraziava per l’Anno della Misericordia: “mi chiedeva di pregare per lei, perché potesse essere più vicina al Signore. La vita di questa persona era curare la mamma e il fratello; la mamma a letto, anziana, lucida, ma non si poteva muovere e il fratello disabile, sulla sedia a rotelle”. Una difficile situazione familiare che, per due volte, Francesco ha commentato dicendo: “questo è amore!”.
“Servire” e “aiutare”, dimenticare se stessi e pensare agli altri: sono tutti atteggiamenti che richiamano la lavanda dei piedi, in cui “il Signore ci insegna ad essere servitori, più servi, come Lui è stato servo per noi, per ognuno di noi”.
“Dunque, cari fratelli e sorelle, essere misericordiosi come il Padre significa seguire Gesù sulla via del servizio”, ha quindi concluso il Papa.
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“Servire, aiutare, dimenticare se stessi: questo è amore!”
Durante l’Udienza Generale giubilare, papa Francesco spiega il vero significato del rito “inatteso e sconvolgente” della Lavanda dei Piedi