A cinque mesi dalla conclusione del Sinodo sulla famiglia e a sei dal motu proprio sulla nullità matrimoniale, papa Francesco è tornato a parlare della vocazione sponsale e delle problematiche ad essa legate.
L’occasione è stata fornita dall’udienza concessa stamattina nell’Aula Paolo VI ai partecipanti al corso di formazione, promosso dal Tribunale della Rota Romana, sul nuovo processo matrimoniale e sulla procedura super rato.
Il Santo Padre ha rammentato innanzitutto come, durante il recente percorso sinodale sulla famiglia fossero emerse “forti aspettative per rendere più agili ed efficaci le procedure per la dichiarazione di nullità matrimoniale”, a ragione della sofferenza di tanti fedeli per la fine del proprio matrimonio e del dubbio che in loro sorge in merito alla validità o meno del vincolo sacramentale.
“Ma questi fedeli in molti casi trovavano difficoltà ad accedere alle strutture giuridiche ecclesiali – ha sottolineato il Pontefice – ed avvertivano l’esigenza che le procedure fossero semplificate”, come poi effettivamente è avvenuto con la promulgazione dei due motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesus, frutto di un anno di lavoro da parte della commissione speciale.
Si tratta, ha proseguito il Papa, di provvedimenti che hanno un “obiettivo eminentemente pastorale: mostrare la sollecitudine della Chiesa verso quei fedeli che attendono una rapida verifica sulla loro situazione matrimoniale”. È stata così abolita la “doppia sentenza conforme” ed è stata rimessa al vescovo la “responsabilità della via giudiziaria in ordine all’accertamento della validità del vincolo”.
Il Santo Padre ha auspicato che la nuova normativa sia “recepita e approfondita, nel merito e nello spirito, specialmente dagli operatori dei Tribunali ecclesiastici, per rendere un servizio di giustizia e di carità alle famiglie”.
Per i tanti che abbiano vissuto una “esperienza matrimoniale infelice”, la verifica della validità o meno del matrimonio rappresenta, secondo Francesco, una “importante possibilità”, affinché questi fedeli siano aiutati a “percorrere il più agevolmente possibile questa strada”.
“La Chiesa è madre e vuole mostrare a tutti il volto di Dio fedele al suo amore, misericordioso e sempre capace di ridonare forza e speranza”, ha affermato il Pontefice, con l’auspicio che “i separati che vivono una nuova unione” non abbandonino la loro “partecipazione alla comunità ecclesiale”.
Al tempo stesso, la Chiesa guarda “con ammirazione” quei coniugi che “anche in condizioni difficili, rimangono fedeli al vincolo sacramentale”: costoro, ha detto il Papa, “vanno incoraggiati” e sono “esempi da imitare”.
“Tante donne e uomini – ha aggiunto – sopportano cose pesanti, grosse per non distruggere la famiglia, per essere fedeli nella salute e nella malattia, nelle difficoltà e nella vita tranquilla: è la fedeltà”.
In conclusione, Bergoglio ha esortato i giuristi convenuti a non vivere il loro “impegno a favore della giustizia” come un “mestiere o, peggio, come un potere” bensì come “un servizio alle anime, specialmente quelle più ferite”.
WIKIMEDIA COMMONS
Il Papa: “Gli sposi separati partecipino alla vita della comunità ecclesiale”
A sei mesi dalla promulgazione del motu proprio sulla nullità matrimoniale, Francesco ne incoraggia la giusta applicazione, elogiando, al tempo stesso i coniugi che, anche nelle difficoltà, rimangono fedeli al vincolo sacramentale