Diritto alle cure, fornitura di farmaci essenziali, distribuzione equa dei servizi sanitari, adozione di strategie per combattere l’Aids. Queste le richieste che rivolge la Santa Sede alla comunità internazionale. In un intervento presso l’Ufficio Onu di Ginevra, l’incaricato d’affari vaticano ad interim, mons. Richard Gyhra, ha lanciato un appello a rispettare il diritto alla salute delle persone come riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Nonostante tutte le iniziative positive messe in atto negli ultimi dieci anni per porre fine all’epidemia di Hiv-Aids – ha affermato mons. Gyhra, riferisce la Radio Vaticana – c’è ancora molto da fare. Tra le sfide principali c’è quella di non considerare prioritario il profitto offerto da farmaci e strumenti diagnostici, con la conseguenza di prezzi proibitivi per i malati che non ha mezzi.
“Per più di trenta anni – ricorda l’incaricato d’affari – l’Aids ha causato morte e sofferenze indicibili per milioni di bambini e adulti, ha lasciato milioni di piccoli orfani, portando famiglie e comunità al collasso sociale, economico ed emotivo”.
Mons. Gyhra conclude citando Papa Francesco: “L’interdipendenza e l’integrazione delle economie non devono comportare il minimo danno ai sistemi sanitari e di protezione sociale esistenti; al contrario, devono favorire la loro creazione e il funzionamento. Alcuni temi sanitari … richiedono un’attenzione politica prioritaria, al di sopra di qualsiasi altro interesse commerciale o politico”
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"Prioritario non il profitto offerto dai farmaci, ma la cura delle persone"
L’incaricato d’affari vaticano, mons. Gyhra, ribadisce all’Onu il il diritto alla salute delle persone come riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo