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Cause dei Santi: nuove norme per amministrazione beni. Ancora un passo verso la trasparenza

Approvate dal Papa ad experimentum per 3 anni le nuove norme che introducono la figura dell’amministratore per gestire i fondi delle Cause ed evitare speculazioni

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È “trasparenza” la parola-chiave per comprendere le nuove “Norme sull’amministrazione dei beni delle Cause di beatificazione e canonizzazione”, introdotte oggi dal Papa ad experimentum per tre anni, che abrogano quelle approvate da Giovanni Paolo II nel 1983 che, a loro volta, abrogavano le antiche e più complesse procedure.

Le nuove indicazioni del Pontefice – entrate in vigore il 4 marzo – mettono per la prima volta nero su bianco i diversi punti che regolano i processi per le Cause di beatificazione e canonizzazione, ma soprattutto vogliono essere un ulteriore passo verso quella limpidezza nei bilanci e nei processi finanziari che, come auspicato da Bergoglio, dovrebbe regnare in ogni ufficio vaticano.

Più nel dettaglio, il Rescritto – diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana – si sofferma sulle cause che per la loro complessità, “richiedono molto lavoro e comportano spese” inerenti alla divulgazione della conoscenza della figura del Servo di Dio o Beato, come pure all’inchiesta diocesana o eparchiale, alla fase romana e, infine, alle celebrazioni di beatificazione o canonizzazione.

Tante spese, quindi, che ora il Pontefice vuole che siano gestite in maniera più chiara e funzionale. In tal prospettiva, è stata introdotta una nuova figura dell’amministratore, nominato dall’Attore della Causa – con il consenso del Vescovo o dell’Eparca – affinché si occupi di tutte quelle incombenze economiche finora affidate al postulatore.

Una sorta di ‘vigilante’, quindi, che segua il tracciato delle spese e gestisca il fondo di beni per le spese della Causa, proveniente da offerte sia di persone fisiche sia di persone giuridiche (il cosiddetto “fondo di Causa pia”) per evitare speculazioni e rivoli clandestini nelle Cause. 

Le nuove norme prevedono, inoltre, un maggior coinvolgimento dei promotori delle Cause e dei vescovi diocesani competenti. Per quanto riguarda la fase romana dei processi – si legge ancora nel documento – la Sede Apostolica, data la natura peculiare di bene pubblico delle Cause, ne sostiene i costi a cui i promotori partecipano tramite un contributo; essa inolte vigila perché gli onorari e le spese siano contenuti e tali da non ostacolarne il proseguimento.

In questa fase, il postulatore comunica alla Congregazione delle Cause dei Santi la nomina dell’Amministratore, il quale è tenuto ad osservare le norme riguardanti l’amministrazione dei beni delle Cause pie. In particolar modo – sottolinea il Rescritto – egli deve: rispettare scrupolosamente l’intenzione degli offerenti; tenere una contabilità regolarmente aggiornata; redigere annualmente i bilanci – preventivo (entro il 30 settembre) e consuntivo (entro il 31 marzo) – da presentare all’Attore per la dovuta approvazione e, successivamente, inviarli al Postulatore.

Qualora l’Attore intenda utilizzare anche una sola parte dei beni per scopi diversi dalla Causa dovrà ottenere l’autorizzazione della Congregazione delle Cause dei Santi, evidenzia il testo. Da parte sua il Promotore, dopo aver ricevuto il bilancio e averlo approvato tempestivamente, ne invia copia all’autorità competente per la vigilanza.

Previsto anche un intervento disciplinare da parte del Dicastero qualora si verificassero inadempienze o abusi di natura amministrativo-finanziaria da parte di quanti partecipano allo svolgimento della Causa. Sempre per la fase romana – spiega ancora il documento pontificio – all’Attore è richiesto un contributo stabilito dalla Congregazione delle Cause dei Santi e comunicato tramite il Postulatore, da corrispondere in diversi tempi.

Quattro tempi, per l’esattezza: alla consegna degli Atti dell’Inchiesta diocesana o eparchiale; alla richiesta della nomina del Relatore; alla consegna della Positio; prima del Congresso Peculiare dei Teologi. Nel caso in cui si rendesse necessario, possono essere richiesti eventuali contributi straordinari.

In vista del riconoscimento del presunto miracolo, il contributo è ripartito invece in tre tempi: alla consegna degli Atti dell’Inchiesta diocesana o eparchiale; prima della Consulta Medica; prima del Congresso Peculiare dei Teologi. Tali contributi devono pervenire tramite bonifico bancario sul conto corrente della Congregazione delle Cause dei Santi, alla quale occorre inviare il documento riguardante l’avvenuta operazione.

Una volta celebrata la beatificazione o la canonizzazione l’amministratore del fondo rende conto dell’amministrazione complessiva dei beni per la debita approvazione. Adempiuto quanto prescritto, il fondo della Causa e la Postulazione cessano di esistere.

Nel Rescritto si legge anche che, dopo la canonizzazione, la Congregazione delle Cause dei Santi, a nome della Sede Apostolica, dispone dell’eventuale rimanenza del fondo, tenendo presenti le richieste di utilizzo da parte dell’Attore e le esigenze del “Fondo di Solidarietà”. Si tratta di un Fondo, da sempre costituito all’interno del Dicastero, alimentato con offerte libere degli Attori o di qualsiasi altra fonte.

Nei casi in cui vi sia reale difficoltà a sostenere i costi di una Causa in fase romana, l’Attore può chiedere un contributo alla Congregazione tramite l’Ordinario competente, il quale, prima di inviare l’eventuale richiesta, è tenuto a verificare la posizione economico-finanziaria del Fondo e l’impossibilità di alimentarlo con il reperimento di ulteriori sussidi. La Congregazione delle Cause dei Santi, poi, valuterà caso per caso.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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