Migrazione al femminile: Chiesa come “ospedale da campo”

Presentato a Roma il modello di Madre Marchetti, cofondatrice delle suore Scalabrinane

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Affrontare il tema delle migrazione degli anni Duemila con la soluzione trovata nell’Ottocento da Madre Assunta Marchetti, cofondatrice delle suore Scalabrinane. Di questo si è discusso durante il convegno “Migrazione al femminile: risolvere emergenze attuali guardando al passato. Il modello di Madre Assunta”, organizzato al Centro congressi Augustinianum di Roma e promosso dalla Congregazione delle suore missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane e dall’Ambasciata del Brasile presso la Santa Sede in occasione della Giornata internazionale della donna.
Suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane ha sosteniuto che “Madre Assunta appartiene alla Chiesa e alla società civile. Italiana in Brasile, oggi testimonia che si possono superare le frontiere.
La migrazione continua ad essere un segno dei tempi che sta influenzando la Chiesa. Vogliamo ricordarla come segno di una risposta concreta del nostro tempo, specie per l’accoglienza dei minori non accompagnati”.
La madre Superiora ha affermato che  “Assunta Marchetti, madre degli orfani, fa da ispirazione per tutte noi. Ha accolto tra le sue braccia bambini orfani. Migrante tra i migranti, ha riconsegnato alla società e alla Chiesa un modello di servizio socio-pastorale, in particolare di fronte ai minori non accompagnati”.
L’ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede, Denis de Souza Pinto ha sottolineato che “Madre Assunta ha protetto i migranti italiani e non posso esimermi dal pormi questa domanda: quante donne si sono già ispirate e si ispireranno al suo esempio di amore e misericordia verso il prossimo? L’esempio di Madre Assunta è particolarmente stimolante”.
Secondo il cardinale Odilo Pedro Scherer, dell’Arcidiocesi di San Paolo del Brasile “In Madre Assunta c’è l’esempio della Chiesa della carità. La sua beatificazione è il rinnovato impegno della carità: dobbiamo essere una specie di ospedale da campo, attenti alle ferite e alle sofferenze dell’umanità. Dobbiamo essere una chiesa samaritana. Madre Assunta era madre degli orfani, dei migranti e dei popoli, il suo esempio è tutt’ora uno stimolo per la Chiesa a dedicarsi ai poveri, ai migranti, ai rifugiati, ai perseguitati del nostro tempo”.
Per monsignor Italo Castellani, arcivescovo di Lucca, “Madre Assunta aveva il carisma della donna forte e sapiente. Amò intensamente il prossimo, dedicandosi ai migranti, agli orfani, ai malati. La sua testimonianza ha una attualità sconvolgente in questo anno di Giubileo – ha aggiunto – Madre Assunta si è fatta migrante, una di loro”.
Suor Leocadia Mezzomo, postulatrice della causa di canonizzazione di Madre Assunta Marchetti ha precisato come fu “madre per i bimbi orfani e poi educatrice, catechista, medico, laureata nella scuola della vita. Si prodigò nel servizio ai più bisognosi.
È stata sorella nella fede, madre premurosa, maestra di vita”. “Assunta e le compagne rappresentano già, secondo quanto dice il Papa, una Chiesa in uscita”.
“Sono state missionarie samaritane – ha aggiunto – Quanto bisogno c’è oggi di donne così, come Madre Assunta. La vita della cofondatrice delle scalabriniane è stata umile ed affascinante. Assunta seppe vivere la vocazione alla maternità esercitandola oltre gli stereotipi più comuni. Figli non nati dal suo grembo, ma dal suo amore di donna consacrata. La sua tenerezza era ferma, decisa, discretamente dolce, materna”.
Padre Fabio Baggio, preside del Simi (Scalabrinian international migration institute) ha rilevato che “La migrazione costruisce il Regno di Dio. Il progetto di Dio di unire i popoli in un’unica Chiesa passa attraverso la migrazione, che non è un male ma è un bene”.
Per monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, “l’attenzione ai minori non accompagnati deve essere integrale, toccando lo sport, il tempo libero, l’esperienza religiosa e culturale. Non li si può accompagnare senza l’attenzione a ciò che è importante per la loro crescita. Oggi, sulla base della testimonianza di Madre Assunta, dobbiamo costruire una Chiesa diversa per i minori non accompagnati. Per esempio, con esperienze di pastorale giovanile che abbiano al centro questa cura. Si chiede una fantasia nuova, come l’hanno avuta Madre Assunta e Padre Giuseppe Marchetti”.
Inoltre, ha sottolineato come sia necessario puntare sui progetti “di accompagnamento” anche “nella nostra azione pastorale”.

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ZENIT Staff

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