Sono chiuse le frontiere in Slovenia, a partire da mezzanotte, per tutti i migranti non in regola con i requisiti; passeranno alla frontiera con la Croazia solo coloro in possesso di documenti validi per accedere all’area e chi necessita di assistenza umanitaria.
La decisione, sebbene non decretata ufficialmente, è stata presa durante l’accordo raggiunto al vertice tra UE e Turchia a Bruxelles. Disposizioni simili sono già state annunciate da Belgrado, seppur non membro dell’Unione, ai confini con Macedonia e Bulgaria, e anche da parte di Zagabria, membro invece dell’Ue ma non dell’area Schengen.
La bozza del piano d’azione messa a punto a Bruxelles è stato tuttavia fortemente criticato da Onu e Organizzazioni non governative. L’accordo “non fornisce garanzie di protezione ai rifugiati in virtù del diritto internazionale”, ha detto Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, esprimendo preoccupazione “per tutte le disposizioni che implicheranno il rientro indiscriminato di persone da un Paese all’altro”.
Intanto, mentre l’Europa è divisa, cresce l’emergenza migranti assumendo toni sempre più drammatici. Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, dall’inizio del 2015 oltre 4.200 persone – di cui 330 bambini – sono morte in Grecia nel tentativo di raggiungere via mare le coste europee.
E la situazione non è migliorata in questi primi mesi del 2016, durante i quali – afferma un rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) – degli oltre 141mila migranti arrivati sulle coste greche e italiane, 444 sono morti: 347 nell’Egeo, fra cui 60 bambini, 97 nel canale di Sicilia. In totale, sono 9.294 i profughi che hanno tentato di raggiungere le coste italiane.
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Migranti: chiuse frontiere Slovenia. Accordo UE-Turchia
L’Onu attacca il piano d’azione redatto a Bruxelles. Stime parlano di 4.200 profughi morti in Grecia nel 2015, tra cui 330 bambini. Bilanci drammatici anche nel 2016