Cristiani e musulmani uniti da Maria

A Catanzaro un dibattito in ambito scolastico, nel segno della cultura dell’incontro

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In prossimità dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, alunni e alunne dell’IIS Petrucci-Ferraris-Maresca, diretto da Francesca Bianco, hanno riflettuto insieme sul senso di questa giornata raccogliendo una delle sfide maggiori dei nostri giorni: l’incontro tra cristiani e musulmani. Dopo i fatti di Parigi e di Colonia, ha spiegato Anna Rotundo, docente organizzatrice dell’evento, ho sentito l’urgenza di raccogliere insieme ai miei alunni questa ‘grande sfida’ del terrorismo, che è entrato nella vita di tutti i giorni gettando le persone nella paura e nella sfiducia verso l’altro. E i miei alunni, cristiani e musulmani, hanno dimostrato di aver capito che ciò che unisce è più forte di ciò che divide: Noi, cristiani e musulmani affermiamo che ciò che ci unisce è forte e palpabile. Siamo figli e fratelli in umanità. E Maria, venerata da entrambi, è il segno di un’amicizia che può salvare il mondo”.
Nell’aula magna dell’Istituto Geometri Petrucci, infatti, è risuonata questa domanda: “Può il culto della Donna per Eccellenza, Maria, unire i popoli legati alle religioni del Cristianesimo e dell’Islam?”. La risposta è sì. Un esempio: in Libano, cristiani e musulmani hanno scelto il giorno dell’Annunciazione di Maria come festa nazionale, per ritrovarsi insieme a vivere momenti di preghiera, silenzio, scambio di testimonianze. E ciò è avvenuto anche nel convegno svoltosi nella confortevole Aula Magna dell’Istituto, con gli interventi della prof.ssa Anna Rotundo, della dirigente Francesca Bianco, del presidente provinciale MCL, Silvestro Giacoppo, ma, soprattutto, con i tanti interventi dei ragazzi che hanno sinceramente apprezzato un’iniziativa che ha aperto loro un mondo poco conosciuto. Bellissima la testimonianza di un’alunna musulmana che ha con fierezza parlato della sua scelta di portare il velo come segno di appartenenza ad una religione, quella islamica, che, ha detto, “va studiata”.
La dirigente scolastica Francesca Bianco ha sottolineato che il mondo musulmano e il mondo cristiano si sono sempre incontrati e sempre si incontreranno: perciò Bianco ha ritenuto importantissimi questi momenti di dialogo per i ragazzi che hanno l’occasione di conoscersi tra loro, e non solo studiare sui libri il mondo arabo-musulmano: e la scuola serve a creare queste occasioni di incontro. Un incontro che, però, deve avvenire nel segno del rispetto: non c’è nessuno “superiore” all’altro: siamo esseri umani e dobbiamo rispettarci iniziando dal rispettare se stessi, il che significa, ha raccomandato la dirigente ai ragazzi, non compiere azioni che possono far male agli altri.
Gli alunni hanno approfondito, attraverso video e testimonianze, come nel Corano la figura di Maria (Maryam) venga ricordata più volte e nominata di più rispetto all’intero Nuovo Testamento. È anche l’unica donna citata con nome proprio. I musulmani la chiamano Sayyida, che vuol dire “Signora, Padrona” e che corrisponde pressappoco al termine cristiano “Madonna”. Cristiani e musulmani credono che Maria sia vergine e madre di Gesù e che sia stata scelta da Dio. I racconti dell’annuncio dell’angelo Gabriele contenuti nel Vangelo di Luca (1,31) e nel Corano (3,45) sono incredibilmente simili tra loro. Nel mondo musulmano è molto sentito il culto di Maria tanto che i santuari mariani sono meta di pellegrinaggio di fedeli musulmani che a Maria chiedono grazie e rivolgono preghiere.
In questo anno della misericordia indetto da papa Francesco – ha proseguito Anna Rotundo – è bello ricordare che i musulmani, aggiungono al nome di Dio, non appena lo pronunciano, i titoli di “molto misericordioso” e “completamente misericordioso” e ogni sura del Corano si apre così: “Nel nome di Dio clemente e misericordioso”. È questo il grande messaggio che Maria sviluppa quando, nel Magnificat, descrive come la misericordia di Dio si dispieghi sul suo popolo, di generazione in generazione, sin da Abramo. Su questa realtà può basarsi un dialogo autentico, una pace vera ed un ponte tra le nostre religioni, fatta di misericordia come aiuto concreto a chi soffre.
In questo senso è stato molto apprezzato dagli alunni l’intervento del presidente provinciale MCL, Silvestro Giacoppo, che ha sottolineato l’azione dell’MCL che è di promozione sociale e valorizzazione della persona umana, al di là di ogni distinzione di religione, etnia, cultura, ecc. Giacoppo ha illustrato Dal Seme al Cibo, un progetto di solidarietà MCL nato per sostenere l’autosufficienza alimentare di 10.000 famiglie nel Sud del Mondo, aiutando queste famiglie, procurando loro sementi, strumenti e formazione agricola. Nei paesi più poveri, musulmani e cristiani si trovano quindi a lavorare insieme perché il MCL identifica le comunità più bisognose di aiuto, cerca i loro potenziali punti di forza, sostiene le persone affinché valorizzino le proprie risorse, e procura esattamente ciò di cui hanno bisogno, in modo che il sostegno sia efficace ed efficiente, e loro imparino a diventare autosufficienti (sviluppo sostenibile). Il tutto, sempre nel pieno rispetto di valori e culture originari, utilizzando al meglio le risorse locali, coinvolgendo e rendendo protagonisti i beneficiari stessi.
Tutto questo dimostra che la convivenza civile, pacifica e produttiva tra cristiani e musulmani è possibile, e che è bello e giusto quello che dice il Corano relativamente alla convivenza tra le diverse religioni: “Gareggiate nelle opere buone”! In questa direzione, tra gli alunni del Petrucci, si è avviata una discussione feconda e produttiva, che dimostra quanto occorra oggi una riflessione sull’educazione religiosa che, così condotta, produca frutti di pace nell’intera società.
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Un breve video dell’intervento è visibile qui.

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ZENIT Staff

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