Al termine dell’Angelus di oggi, in piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un pensiero all’iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia, quale “segno concreto di impegno per la pace e la vita”. “Questo progetto-pilota – ha affermato – che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani”.
Francesco ha inoltre espresso la sua gioia anche per l’impronta ecumenica dell’iniziativa, essendo sostenuta da Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste e Comunità di Sant’Egidio.
Quest’ultima ha ricambiato la gratitudine al Papa “per il sostegno a questa iniziativa” e, soprattutto, “per avere risvegliato le coscienze sin dall’inizio della crisi umanitaria legata all’arrivo dei migranti sulle coste dell’Europa”. “Il suo viaggio a Lampedusa del luglio 2013, i suoi ripetuti appelli per un’Italia e un’Europa capaci di accogliere chi fugge dalle guerre e dalla fame, ha dato frutti preziosi”, afferma la Comunità in una nota.
“La richiesta ai cristiani di ospitare nelle loro strutture e nelle famiglie i profughi ha fatto breccia nei tanti muri che si sono alzati ultimamente nel nostro continente. È in questo clima che è nato il progetto ecumenico dei corridoi umanitari di Sant’Egidio, Chiese Evangeliche e Tavola Valdese, di cui ha parlato oggi il Papa durante l’Angelus”.
I corridoi umanitari hanno consentito finora l’arrivo in Italia di 97 profughi siriani dal Libano con viaggi sicuri, senza dover rischiare la vita con i barconi nel Mediterraneo e alimentare lo sfruttamento dei trafficanti di uomini, spiega Sant’Egidio. Nei prossimi mesi, grazie a un accordo con il governo italiano, attraverso i corridoi umanitari arriveranno nel nostro Paese un migliaio di altre persone vulnerabili (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità). L’auspicio è che “questo progetto-pilota, totalmente autofinanziato dalle organizzazioni che lo hanno promosso, possa essere ripreso a livello europeo”.