“Settant’anni or sono, il contesto ideologico e politico, nonché le idee contrarie all’esistenza stessa della vostra Chiesa, portarono all’organizzazione di uno pseudo-sinodo a Lviv, provocando nei Pastori e nei fedeli decenni di sofferenze. Nel ricordo di tali eventi, chiniamo il capo con profonda gratitudine di fronte a coloro che, anche a prezzo di tribolazioni e persino del martirio, nel corso del tempo hanno testimoniato la fede, vissuta con dedizione nella propria Chiesa e in unione indefettibile con il Successore di Pietro”.
Sono le appassionate parole che Papa Francesco rivolge in un messaggio a Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, in occasione della commemorazione del 70° anniversario dello pseudo-Sinodo di Lviv che, nel marzo 1946, mise fuori legge la Chiesa greco-cattolica ucraina. La missiva è stata consegnata all’arcivescovo da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, dopo l’udienza di ieri, in Vaticano, con i membri del Sinodo Permanente della Chiesa greco-cattolica ucraina.
“Come credenti ci rifugiamo sotto ‘le ali’ protettrici del Signore, perché siamo portatori, sì, della grazia divina, ma lo siamo come dei vasi di creta” scrive il Papa, che sottolinea che “in alcune circostanze, la nostra condizione umana viene resa ancora più fragile a causa delle difficili situazioni storiche, le quali segnano la vita del Popolo di Dio, della Comunità che Gesù Cristo nostro Signore si è acquistato con il Suo Sangue”.
È quanto avvenuto con i “tristi avvenimenti” del 1946, appunto. Tuttavia, il Pontefice esorta “con occhi illuminati dalla stessa fede”, a guardare al Signore Gesù Cristo “riponendo in Lui, e non nella giustizia umana, ogni nostra speranza. È Lui – sottolinea – la fonte vera della nostra fiducia per il presente e per il futuro, essendo noi certi di essere chiamati ad annunciare il Vangelo anche in mezzo a qualsiasi sofferenza o difficoltà”.
“Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” aggiunge il Santo Padre, raccomandando che “questo sia fatto con dolcezza e rispetto…”. Facendo sue le parole dell’Apostolo Pietro, esprime quindi la “profonda riconoscenza per la vostra fedeltà” e l’incoraggiamento “a farvi instancabili testimoni di quella speranza che rende più luminosa l’esistenza nostra e di tutti i fratelli e sorelle intorno a noi”.
Il Papa rinnova pure la solidarietà a Pastori e fedeli “per quanto fanno in questo tempo difficile, segnato dalle tribolazioni della guerra, per alleviare le sofferenze della popolazione e per cercare le vie della pace per la cara terra ucraina”. “Nel Signore – afferma – stanno il nostro coraggio e la nostra gioia. È a Lui che mi rivolgo, attraverso l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei martiri della vostra Chiesa, perché la consolazione divina illumini i volti delle vostre comunità in Ucraina e in altre parti del mondo”.
Papa Francesco imparte, quindi, “di cuore” a vescovi, sacerdoti, consacrati e fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina “una speciale Benedizione Apostolica, quale segno del mio costante affetto e ricordo”.
[S.C.]
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Il grazie del Papa ai greco-cattolici ucraini, "testimoni di fede nelle tribolazioni"
Francesco scrive all’arcivescovo Sviatoslav Shevchuk, in occasione del 70° anniversario dello pseudo-Sinodo di Lviv che, nel 1946, mise fuori legge la Chiesa greco-cattolica ucraina