Lettura
La parabola “del figliol prodigo” risveglia sempre in noi una profonda risonanza, perché raggiunge la struttura stessa della nostra esistenza nel suo rapporto con Dio e con il suo Figlio Gesù Cristo. Essa ci parla di un padre misericordioso, di un figlio dissipatore e di un figlio maggiore duro e ostinato nei confronti del fratello, che è ritornato pentito a casa. Nell’immagine del padre, Gesù si riferisce a Dio, che si preoccupa di ogni peccatore, al punto che non può rassegnarsi all’idea di perdere uno solo dei suoi figli.
Meditazione
Il protagonista della parabola è il padre che assiste con il cuore spezzato alla scena del figlio minore che se ne va di casa, sciupa i suoi beni e si degrada nella povertà e nell’abiezione della dissolutezza morale. Ma il ricordo del padre farà da àncora di salvataggio nel suo naufragio. Il verbo ritornare è usato nella Bibbia per indicare la conversione. La scena centrale è dominata dalla figura del padre che spera contro ogni speranza. Appena si profila all’orizzonte la sagoma del figlio, gli corre incontro per abbracciarlo. Un figlio, considerato morto, che torna alla vita! Perciò, la grande gioia che invade il suo cuore si traduce in una festa straordinaria, come per un matrimonio: gli stracci lasciano il posto a una veste sontuosa, l’anello infilato al dito, i calzari preziosi ricoprono i piedi e un pranzo sontuoso raduna tutta la famiglia, servitù compresa. In finale di parabola entra in scena il fratello maggiore, il quale rifiuta con sdegno di partecipare alla festa organizzata dal padre. Egli non capisce né il cuore del padre, né il pentimento del fratello. Egli contrappone, alla vita dissipata del fratello, la sua tenacia di lavoratore a “servizio” del padre e, allo “sciupìo” della festa iniziata, l’avarizia del padre che non gli ha dato mai neppure un capretto per far festa con i suoi amici. Egli si vanta delle sue opere buone, non capisce la grazia della conversione avvenuta nel fratello e neppure il cuore del genitore, che può mostrarsi pienamente padre ora che ha recuperato quel figlio perduto. La parabola si ferma qui, ma resta la domanda se il figlio maggiore, che noi crediamo di essere, saprà passare dal disprezzo all’amore dei peccatori, dall’idea di un Dio “ragioniere” a quella di un padre che ama senza misura.
Preghiera
O Dio, Padre buono e grande nel perdono, accogli nell’abbraccio del tuo amore tutti i figli che tornano a te con cuore pentito; ricoprili delle vesti della salvezza, perché possano partecipare con gioia alla cena pasquale dell’Agnello.
Agire
Il Vangelo ci invita a vivere la misericordia nelle relazioni interne alla famiglia, perché «il sorriso di una famiglia è capace di vincere la desertificazione delle nostre città» (papa Francesco).
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Dio, Padre buono e grande nel perdono
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 15,1-3.11-32