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Il comandamento più importante

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 12,28-34

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Lettura
I dottori della legge avevano contato 248 comandi e 365 divieti nelle Scritture attribuite a Mosè, distinti in gravi e leggeri. Ma vi erano pareri diversi su ciò che avrebbe dovuto occupare il primo posto ed essere considerata la chiave per interpretare tutti gli altri. Alcuni davano il primato al culto; altri alla meditazione della Legge; altri ancora alle opere di misericordia. Gesù risponde ricordando quanto viene proclamato nella confessione di fede che ogni ebreo devoto recita due volte al giorno: «Ascolta, Israele. Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio con tutto il cuore…». Da questo precetto Gesù fa scaturire, come verifica della sua autenticità, l’amore per il prossimo.
Meditazione
Gesù riporta la Legge alla sua dimensione originaria, che è quella di determinare l’incontro di Dio con gli uomini e l’incontro degli uomini tra loro. I due comandamenti dell’amore (verso Dio e verso il prossimo) non sono altro che due aspetti di un unico atteggiamento, che parte dall’amore per Dio e include inseparabilmente anche l’amore per il prossimo, che, secondo l’insegnamento di Gesù, scaturisce dalla stessa fonte. Infatti, è l’amore per gli altri che rende l’uomo simile a Dio e lo fa partecipare alla vita divina. Questo nesso intimo tra l’amore per Dio e per il prossimo è stato illustrato con chiarezza dall’insegnamento apostolico: «Noi amiamo perché Dio ci ha amato per primo. Se uno dice “io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,19-20). Marco, nel Vangelo di oggi, presenta l’amore come contenuto essenziale della nuova alleanza. Tutta la vita, quando è animata dall’amore, diventa “culto”, cioè “luogo” della vera religione. La capacità di amare è il segno che non si è lontani dal regno di Dio. Non la pratica religiosa, né la fedeltà alle osservanze esteriori, ma i gesti concreti, se sono espressione d’amore, onorano Dio in spirito e verità. La vita stessa acquista un valore di liturgia, e la liturgia stessa esige di tradurre in atti d’amore quanto riceviamo con gratuità nell’incontro del culto. Molti gesti esprimono l’amore, ma uno li riassume: l’Eucaristia. Per celebrare l’Eucaristia dobbiamo amarci; non possiamo proclamare l’amore di Cristo se non lo imitiamo; non possiamo dire di amare Dio se ci troviamo ancora a scegliere tra l’uno o l’altro.
Preghiera
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la Legge, fa’ che, osservando i tuoi comandamenti, meritiamo di entrare nella vita eterna.
Agire
I cristiani devono dimostrare, nel rispetto e nel servizio dei fratelli più poveri, la verità del loro amore verso Dio, Padre di tutti.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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