È uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo “Spotlight”, un film che racconta la storia di un gruppo di giornalisti del giornale americano The Boston Globe che dal 2001 ha condotto un inchiesta sugli abusi sessuali perpetrati del clero di Boston sui minori, tollerati e addirittura nascosti dalla gerarchia, compreso l’arcivescovo della città, il card. Bernard Law. Un film ben fatto, coinvolgente, che dà la voce alle vittime di pedofili in tonaca, che hanno tradito non soltanto la fiducia dei piccoli ma anche la Chiesa e Dio stesso.
“Spotlight”, però, è prima di tutto – come ha sottolineato Giuliano Ferrara – una violenta propaganda anticattolica e anticlericale, perché ripropone una falsa convinzione che la pedofilia è una “problema” di preti e che la Chiesa difende e protegge i violentatori dei bambini. E questo film propagandistico ha ricevuto il premio Oscar 2016 come miglior film.
Invece i giornalisti di Boston Globe per la loro inchiesta, anni fa, hanno ricevuto un prestigioso premio Pulitzer. Le loro rivelazioni hanno dato inizio alla campagna mondiale contro la pedofilia del clero, che ha dato un duro colpo alla Chiesa, specialmente sotto il pontificato di Benedetto XVI, un Papa che già da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede aveva fatto tanto per combattere quest’odioso fenomeno.
L’anno scorso i media di tutto il mondo hanno dato un’enorme importanza al caso di mons. Wesołowski e al suo processo, che è interrotto dopo la sua improvvisa morte. In questi giorni si dà una rilevanza enorme alle audizioni del card. Pell, presentato ‘insabbiatore’ dei preti pedofili. A parte quei casi, regna il silenzio, come se al di fuori dagli ambienti ecclesiali la pedofilia non esistesse. Ma ci sono tante persone che quotidianamente combattono il tremendo fenomeno della pedofilia e il loro grido di denuncia non trova nessunissima eco sui media.
Don Fortunato Di Noto è uno di questi. Da più di 25 anni, il sacerdote è impegnato con la sua Associazione Meter nel contrastare la pedofilia, particolarmente quella on-line. A ZENIT non nasconde la sua amarezza: “Non riusciamo a comprendere, quale sia la ragione del silenzio, che è diventato un silenzio quasi connivente, compiacente, di fronte agli abusi sessuali su bambini, anche piccolissimi. È più che uno scandalo! In un giorno abbiamo segnalato 500 video pedopornografici, ma aumentano sempre di più i video, le foto di abusi, di orrori che ti fanno sobbalzare. E non succede niente”.
Il materiale pedopornografico che trovate su internet e che denunciate alla Polizia Postale è veramente così tremendo?
Orribile. Vessazioni e torture sessuali da parte di uomini e donne sui bambini di età da 0 a 13 anni. Abbiamo segnalato più di 150 mila siti pedopornografici, negli ultimi 12 anni e 3 milioni sono stati monitorati; su questi siti ci sono centinaia di migliaia di foto e video. Il problema è che nessuno vuole vedere le cose che noi denunciamo. Non sono storie inventate ma le cose e i numeri verificabili e segnalati ufficialmente alla Polizia Postale. Proprio recentemente abbiamo segnalato le foto e i video dove si vedevano le mani che manipolavano sessualmente le parti intime dei neonati nelle nursery degli ospedali. E volevo sottolineare una cosa: noi non segnaliamo gli abusi virtuali, anche se si vedono in rete, ma gli abusi reali già avvenuti, filmati e fotografati.
I giornalisti del The Boston Globe hanno ricevuto il Premio Pulitzer per il loro “scoop” sui casi di pedofilia nell’arcidiocesi di Boston. Invece le sue continue denunce contro la pedopornografia on-line non trovano nemmeno spazio nei media…
Il silenzio su milioni di bambini ripetutamente violati per l’industria pedopornografica è una cosa vergognosa! Denunciamo abusi tremendi e nessuno dice una parola! Allora io credo che i media, che dovrebbero non soltanto informare su questi fatti e mobilitare tutti nella lotta alla pedofilia, un crimine contro l’umanità, tacendo, abbiano una grandissima colpa. Allora io mi appello a tutti di dare una voce a questi bambini tremendamente abusati.
Come si può spiegare questo omertoso silenzio dei media e del mondo in generale?
Il mondo tace perché in fin dei conti giustifica la pedofilia.
Allora il silenzio sulla pedofilia, al di fuori dei casi riguardanti il clero ovviamente, fa pensare che ci siano delle forze potentissime che esercitano pressioni in tal senso. Chi c’è dietro?
Io da anni denuncio l’esistenza delle lobby pedofile, ma mi hanno preso ‘a pesci in faccia’. Oggi ci sono i movimenti pro-pedofilia che vorrebbero far diventare normale il rapporto tra adulti e bambini anche nella relazione affettiva e sessuale. Agiscono anche le lobby che promuovono tale perversa ideologia: sono migliaia e stanno proliferando sempre di più.
Qual è la base “culturale” di tale ideologia?
Già dagli anni ’70, alcuni intellettuali avanzano l’idea che in fondo la pedofilia è l’ultimo tabù sessuale da sconfiggere e da abolire. Secondo loro, ci sono i pedofili “buoni” che hanno questa attrattiva sessuale vero i minori; allora con il reciproco consenso, un rapporto tra un adulto e un minore dovrebbe essere tollerato e trattato come qualche cosa normale. E questa idea si è diffusa nel mondo globalizzato tramite internet.
Voi segnalate migliaia di siti che andrebbero chiusi, ma dietro questi siti c’è tanta gente che produce il materiale pedopornografico violentando i bambini e allestendo i portali: questa gente non dovrebbe essere arrestata e messa in prigione?
Dovrebbero essere arrestate decine di migliaia di persone per gli abusi su milioni di bambini. Ma questo, purtroppo, non succede.
Lei con la sua Associazione tocca interessi enormi. Non è pericoloso?
Sì, è pericoloso. Io per denunciare gli abusi sui bambini sottopongo la mia vita, e anche la vita dei miei collaboratori, a dei rischi. Da anni ricevo delle minacce e per questo motivo vivo sotto scorta.
Si da tanto spazio alle associazioni delle vittime degli abusi del clero, che hanno i loro famosi avvocati, che riescono ad ottenere i risarcimenti milionari. Invece non si sente parlare delle altre vittime dei pedofili, come se si trattasse delle vittime di “seconda categoria”. Nessuno si preoccupa dei milioni di vittime dell’industria pedopornografica, nessuno vuole risarcirle in qualche modo?
È vero che esistono i milioni di vittime dei pedofili che il mondo non vuole vedere. Noi 20 anni fa abbiamo istituito la Giornata dei Bambini Vittime della Violenza, dello Sfruttamento e dell’Indifferenza, contro la pedofilia. Scendiamo in piazza ed invitiamo gli altri a farlo. Ma di nuovo i media non danno voce a questa iniziativa, ovviamente a parte certi media cattolici. Noi anche quest’anno, il 1° maggio, saremo di nuovo in Piazza San Pietro per pregare prima di tutto, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica a questo problema.
Don Fortunato, domenica il film Il caso Spotlight, diretto da Tom McCarthy è stato insignito del premio Oscar 2016 come miglior Film e migliore sceneggiatura. Dal palco si è fatto un appello a Papa Francesco, affinché “protegga i bambini”. Questo appello, secondo lei, riflette il vecchio e falso cliché che collega la pedofilia con la Chiesa? Cosa ne pensa?
Mi sembra un po’ anacronistico fare l’appello al Papa perché faccia la pulizia dentro la Chiesa: la Chiesa lo fa già da anni, con Benedetto XVI e adesso con Francesco. Perché non si sono appellati a tutti i capi di stato del mondo affinché la pedofilia e la pedocriminalità sia veramente sconfitta? Questo fenomeno riguarda tutti i Paesi e i credenti di tutte le religioni.
ZENIT - WR
Il mondo in silenzio davanti al dramma della pedofilia. “Spotlight”? La foglia di fico…
Denuncia di don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter, da oltre 20 anni in lotta contro gli abusi su minori