Cari studenti universitari,
siamo nel cuore del cammino quaresimale. Con la terza domenica dovrebbe essere più chiaro l’obiettivo: non semplice riflessione sui nostri comportamenti e sulle nostre scelte, ma verifica della nostra disponibilità a “fondare” la nostra vita sulla roccia, che è Cristo (1Cor 10,6). Sono molti coloro che desiderano fondare la vita dei fratelli sulle loro proposte, qualche volta sulle loro persone.
L’omologazione della nostra società dipende da questo strano desiderio, quasi morboso. Se tu non sei fondatore non vali! Pensiamo a ciò che accade nella politica: quasi tutti sono fondatori. Anche nella Chiesa, sono molti coloro che vogliono essere fondatori. Ma di che cosa? Non lo dicono, ma lo si percepisce dal loro modo di fare. Non dicono: “mi manda Colui che è”, come fece Mosè quando si rivolse al suo popolo. Ma, con grande disinvoltura, dicono: “Io ti mando”.
Questo atteggiamento appartiene ad una società che sostituisce il fondamento con l’esaltazione del proprio protagonismo, che si manifesta soprattutto nelle opere religiose e sociali. Se non tutti vedono il servizio che svolgo non posso essere fondatore, e quindi non valgo! Cari amici, nella storia c’è un solo fondamento, una sola roccia, che è Cristo! Paolo ce lo ha sempre ricordato: “chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1Cor 1,12).
Tutti ci illudiamo di stare in piedi, di essere protagonisti, ma in realtà la storia cammina senza di noi e qualche volta la facciamo camminare contro di noi. E le illusioni più grandi si annidano nella religiosità e nella socialità e ci impediscono di aprire il nostro cuore e la nostra intelligenza alla presenza di quella Roccia che dopo la Resurrezione è permanentemente presente nella storia. «Io sono Colui che sono!» (Es 3,14).
Quante volte abbiamo sentito dire che la storia è animata dalla dialettica hegeliana, dall’evoluzione, dal caso, peggio ancora dall’a-priori kantiano: tutte affermazione prive di consistenza dalle cui macerie oggi ne raccogliamo le ceneri. Pensiamo al fenomeno dell’immigrazione: popoli trasformati in nomadi come strumenti ideologici, siano essi religiosi o sociali.
La Quaresima è il grande tempo di grazia per rivedere la mia vita fondata sulla roccia di Cristo. Allora scoprirai: che la morte non ha più potere su di te! che sei un protagonista della storia! che fai parte di un noi! che il futuro non è già determinato, ma attende la tua collaborazione! Cari amici, questo è ciò che il Dio dei nostri Padri ha fatto per noi! Non una nuova legge, non un nuovo rito, non un nuovo gruppo religioso o sociale, ma una nuova creazione! È la nuova creazione ciò che attendiamo di scoprire nella nostra esistenza, perché la storia viaggerebbe verso la morte se Cristo non fosse risorto.
La Chiesa non è un’organizzazione religiosa o sociale: essa è la nuova creazione che si va attuando nella storia. Ecco perché Paolo ci ha ricordato: «Chi crede di stare in piedi, cerchi di non cadere». È un invito rivolto non solo a tutta la Chiesa, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà. Quando si entra nelle vicende storiche bisogna fare molta attenzione perché non tutto ciò che vediamo è anche vero. Anzi, noi vediamo poco e quel poco non sempre lo vediamo bene!
Ecco perché dobbiamo imparare in questa Quaresima a vedere la nostra vita e la vita dei fratelli con gli occhi di Gesù, la Roccia. Solo guardando con Lui e in Lui si può vedere ciò che è più importante per noi e per gli altri. Superiamo l’idea di vedere Gesù in noi e nei fratelli. È pericoloso e ambiguo, perché saremo tentati di vedere noi stessi e gli altri con gli occhi di un fondatore! La nostra roccia è Cristo! Coraggio!
Ti auguro di scoprire il grande progetto che Lui ha per te. Ti ha creato, ti ha amato, ti ha redento perché tu possa indicare a tutti che nella storia l’uomo non è abbandonato. “Va al mio popolo e dì loro: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido»” (Cf. Es 3,1-15). Nella veglia pasquale il Risorto ti chiederà se può mandare te. Ti auguro di rispondere, con tutta la Chiesa: «Signore, manda me!» (cf. Is 6,8).
Allora sarà Pasqua!
Vi aspetto alle Catacombe di S. Callisto e alla Via Crucis dei giovani di Roma. Auguri di cuore!
Con amicizia
ZENIT
"Quaresima, un grande tempo di grazia per rivedere la propria vita"
La lettera del vescovo Lorenzo Leuzzi agli studenti universitari di Roma