La celebrazione eucaristica – riferisce il Sir – ha visto anche il saluto e il congedo dalla comunità dei dipendenti dell’emittente pontificia di Alberto Gasbarri, direttore amministrativo di Radio Vaticana. Erano presenti come concelebranti monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, e monsignor Lucio Ruiz, membro della stessa.
Tre le parole chiave della riflessione di Lombardi: “Missione, conversione, comunione”. “Missione: mi pare bello anche per noi, pregare su questo tema; capire a che cosa siamo stati chiamati anche noi, nella nostra vita e con il nostro servizio. Gesù è venuto per questa salvezza fino ai confini della terra; la Chiesa continua la sua opera per questo; i Papi – il Papa – continua a servire questa missione; noi siamo stati chiamati a collaborare, nel nostro piccolo, a questa missione”.
Prendendo spunto dalle letture del giorno, il gesuita ha poi citato le figure bibliche di Naman il Siro e della vedova di Zarepta come emblema rispettivamente di quelle “persone apparentemente ricche ma spiritualmente povere e bisognose”, e di quelle “persone veramente povere che si affidano a Dio completamente perché non hanno altro appoggio su cui contare”.
“Ci sono innumerevoli attese di salvezza”, oggi nel mondo, in entrambe queste categorie di persone e in numerosissime altre “che hanno bisogno di aiuto, di speranza da parte del Signore”, ha detto il portavoce vaticano. Gesù, infatti – ha ricordato – “è venuto per portare la Parola di Dio fino ai confini della terra a tutti coloro che hanno bisogno materiale o spirituale di salvezza, per portare quella misericordia di cui parliamo tanto in questo anno, per incontrare tutti dovunque si trovino”. “E – ha proseguito – invita i suoi compaesani ad allargare lo sguardo a tutte le attese in tutto il mondo e in tutti i tempi, perché per questo è venuto Gesù”.
Dal canto suo, Alberto Gasbarri ha posto l’accento sulla missione svolta dalla Radio Vaticana, ribadendo che la comunicazione non può essere un accessorio, ma una centralità nella missione della Chiesa. E in questa direzione, ha rammentato, sono stati rivolti gli sforzi della Compagnia di Gesù alla Radio Vaticana negli ultimi 50 anni. “Nella Santa Sede la comunicazione è centrale, perché questa non fa altro che divulgare un messaggio”, ha sottolineato. “Quindi se cade una comunicazione, cade tutto. La Santa Sede e la Chiesa diventano fabbriche di vescovi e di preti che non fanno nulla se non comunicano! Quindi, quella che una volta si chiamava predicazione oggi si chiama comunicazione. L’invito e l’augurio che io faccio a don Dario Viganò è che lui riesca dove noi abbiamo fallito. Dico ‘fallito’ perché fino ad oggi questa sensazione non c’è, quindi di far capire che la comunicazione è una centralità della Santa Sede. Ringrazio tutti”.