Perugino, Porziuncola

ZENIT - MCC

Lasciati abbracciare che ti porto in paradiso!

Lo stupore dinnanzi  a Cristo e Maria del Perugino alla Porziunola d’Assisi

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È il 18 luglio 1486 e documenti storici ci dicono che Pietro Perugino è ad Assisi. Il divin pittore è stato chiamato per decorare il coro della Porziuncola, finito di costruire appena l’anno precedente. Di quel grande affresco oggi possiamo vederne solo una piccola parte, perché in seguito è stato gravemente mutilato per consentire la costruzione dell’attuale chiesa cinquecentesca. Ma quella piccola parte rimasta è preziosissima e quasi sconosciuta ai più.
Tanti anni fa io ci feci caso solo perché un anziano frate si divertì a farmi un indovinello: “Scommetto che tu guardi sempre la parte avanti della Porziuncola e ti fai sfuggire la preziosità di ciò che sta dietro. Dimmi… lo sai cosa c’è dipinto dietro?”. E si sa: non c’è niente di meglio per suscitare curiosità che provocare l’interlocutore con una domandina facile facile. “Ma che c’è dietro la Porziuncola?”.
Dalla mia figuraccia di quel giorno, nacque l’amore per quel luogo. La prossima volta che avrete la fortuna di entrare nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, arrivate avanti la Porziuncola ma non entrate subito. Giratele attorno ed alzate lo sguardo in alto, sopra l’abside. È lì che potrete scoprire questo tesoro nascosto, questo frammento di quel grande affresco sulla crocifissione, attribuito al Perugino.
Prendetevi del tempo e guardatelo bene. Vedrete Maria con il suo dolore ed alcune donne che la sorreggono e la consolano. Ma osservate bene al centro: si vedono le gambe di un crocifisso (dicevamo che solo una parte dell’affresco originale è visibile). Quelle due gambe crocifisse, al centro della scena, con ai piedi donne che piangono e svengono per il dolore, rendono quasi automatico far pensare che siano quelle di Gesù.
Solo ad un occhio attento, non sfugge una scena posta all’estrema destra della parete: il legno verticale di una croce (solo il legno) con san Francesco che lo abbraccia, in ginocchio. Allora uno pensa: ma se Gesù è posto (presumibilmente) al centro della scena, chi sta abbracciando San Francesco? Lui, l’innamorato del crocifisso?
E dopo un po’ tutto è chiaro: Francesco sta effettivamente abbracciando il legno della croce del suo Signore ed il centro della scena non è riservata a Gesù, ma al crocifisso che è alla sua destra, cioè a quel “buon ladrone” di cui tutti siamo certi essere in Paradiso.
L’unica persona proclamata santa direttamente da Gesù, senza bisogno della Congregazione delle Cause per i Santi. La prima creatura umana salvata dal suo Creatore. Il primo uomo arrivato alla casa del Padre, grazie alla morte del Figlio. Il primo salvato della storia è lì, al centro della scena, sulle mura esterne della Porziuncola.
È un bellissimo messaggio per tutti: entrate in questa chiesa, luogo di salvezza per tutti coloro che vorranno ridire a Gesù (come il buon ladrone di duemila anni fa): “Ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”. Il primo perdonato cha ha varcato da santo la porta del Paradiso è stato messo al centro della scena della Porziuncola. “Oggi sarai con me in Paradiso” gli promette Gesù. “Tu sarai con me in Paradiso” dice Gesù a noi, pentiti di tutti i tempi che, felici fratelli di Francesco d’Assisi, continuiamo a varcare quella porta resa santa in una notte del luglio del 1216.
Notte di misericordia e di perdono, di preghiera e di promesse. Notte che, ancora oggi, fa brillare di compassione e di paradiso chiunque vi entri. Ogni volta che varco la sua soglia ho l’impressione di entrare in uno scrigno d’oro la cui preziosità è spiegata da due scritte (poste una in basso e l’altra in alto). “Hic locus sanctus est”, questo luogo è santo; qui Dio vi è sceso e vi si è intrattenuto in colloquio con Francesco. “Haec est porta vitae aeternae”, per qui si accede alla vita eterna.
Le pietre rozzamente squadrate dell’interno, sembrano ricordare la mano inesperta del giovane restauratore Francesco. Ma nei loro riflessi c’è anche l’eco della preghiera incessante che da secoli si eleva verso il cielo da questa “piccola porzione” di terra.
Milioni e milioni di anime hanno varcato questa “porta di vita eterna” e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande Indulgenza della Porziuncola. Se, dopo aver contemplato l’affresco del Perugino, entrerete in Porziuncola, vi accorgerete di sentirvi anche voi al centro di un altro affresco: quello dipinto da Dio con i colori della sua Misericordia. Lì, proprio lì, eravate attesi. Vi aspettava fratello Francesco che lì è diventato l’eco del perdono di Dio per i pentiti di tutti i tempi.
Se vi inginocchiate su quel sacro pavimento, lo sentirete proclamare ancora: “Fratelli, io vi voglio mandare tutti in Paradiso e vi annuncio una grazia che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice”. Varchiamo con emozione la soglia di questa piccola chiesetta antica e, come il buon ladrone, sussurriamo a Gesù sulla croce: “Ricordati di me e mi basta
In ginocchio, chiudiamo gli occhi ed ascoltiamo la sua risposta, antica di almeno duemila anni: “Tu sarai con me, in paradiso. Per questo sono qui sulla croce, per poterti avere sempre con me. Non c’è nulla che possa separarci, né angoscia, né infedeltà, né pericolo e né morte. Io vengo a prenderti anche nella profondità dell’inferno, se tu mi vuoi.”
Su quelle braccia aperte sulla croce, posso adagiarmi e trovare consolazione al mio pianto per la nostalgia del paradiso perduto. Quella croce che non è lì per essere capita, ma per potercisi aggrappare ed essere portati in Alto. Un “Alto” qui presente, per dare forza a noi, creature combattenti in questa “valle di lacrime” che ci vorrebbe ancora nascosti dietro un cespuglio, al passaggio di Dio.
Noi che viviamo tra primule in fiore ma troppo spesso punti dai roveti del dolore. Noi che, menestrelli provocatori, gridiamo ancora «Se sei Dio, fai un miracolo, conquistaci, imponiti, scendi dalla croce, allora crederemo» … ma che poi, figli stremati, sussurriamo con l’ultimo filo di forza: “Fammi rinascere nel tuo cuore trafitto per me e portami in paradiso con te”
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[Fonte: Intemirifugio.it]
 
 

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Maria Cristina Corvo

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