Nonostante i tanti conflitti e le ferite che hanno segnato la storia dei rapporti tra Polonia e Russia, sono state buone le reazioni all’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill.
“La scisma millenario non può essere superato da solo incontro che, tuttavia, può contribuire a rendere meno aspre le divisioni”. Lo ha dichiarato monsignor Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca ed arcivescovo di Poznan.
Papa Francesco e il Patriarca Kirill hanno ringraziato Dio per quel primo colloquio, rilevando che l’incontro abbia avuto luogo nel Nuovo Mondo, quindi lontano dalle vecchie dispute del Vecchio Continente.
Il Presidente dei vescovi polacchi mons. Stanislaw Gadecki sottolinea che l’incontro tra il capo della Chiesa cattolica di Roma e quella ortodossa di Mosca sia stato il primo dopo quasi 1000 anni di divisioni.
“Non è stato un incontro con il mondo ortodosso in generale, poiché appuntamenti simili hanno già avuto luogo più volte dopo il Concilio Vaticano II, ad esempio con i Patriarchi di Costantinopoli. Questa volta si è trattato proprio di un incontro con la Chiesa ortodossa di Mosca”, ha osservato il presule.
“È stato inoltre importante evidenziare la necessità di collaborazione tra cattolici e ortodossi, uniti nella tradizione dei primi dieci secoli, ma da quasi un millennio divisi dalla mancata comunione eucaristica”.
“Nella Dichiarazione di trenta punti da loro firmata, papa Francesco e il Patriarca Kirill esprimono un desiderio di ricostituzione dell’unità. Il professor Chrostowski analizzando quell’incontro ha formulato l’augurio che, con l’aiuto di Dio, arrivi il giorno in cui il Patriarca di Mosca possa varcare la soglia della Basilica di San Pietro a Roma e il Papa il portone della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca”, afferma mons. Gadecki.
Il presule guarda il futuro con speranza sottolineando che la Dichiarazione parla della necessità di collaborazione tra cattolici e ortodossi atta ad appianare le divergenze.
“Ancora oggi sul territorio russo, i sacerdoti cattolici incontrano difficoltà a collaborare con i sacerdoti ortodossi. Nonostante gli ostacoli persistenti, sia papa Francesco che il Patriarca Kirill incoraggiano i fedeli a dare una comune testimonianza del Vangelo, rispondendo alle sfide del mondo moderno e ricordando, inoltre, il problema delle nuove discriminazioni nella società secolarizzata dell’Europa dell’Est, liberata da regimi atei, ma ora segnata da una nuova minaccia alla libertà religiosa. Le forze politiche ispirate a ideologie laiciste più di una volta hanno cercato di mettere i cristiani al margine della vita pubblica. L’integrazione europea ha suscitato delle speranze ma bisogna rimanere vigili affinché a nessuno venga tolta l’identità religiosa”, sottolinea il presidente dei vescovi polacchi.
Riguardo all’attuale situazione geopolitica mons. Gadecki sottolinea l’importanza di “ricordare i cristiani perseguitati in Siria, in Iraq, e in altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa che lasciano in massa la propria terra, dove c’è bisogno di solidarietà internazionale, di collaborazione, e di aiuto umanitario per quelle persone, così come per i profughi ai quali va assicurata la possibilità di ritorno. Inoltre, i capi delle due Chiese auspicano la soluzione di conflitti attraverso i negoziati, e si augurano la fine del terrorismo, anche se questo, come sappiamo, è molto complicato. Entrambi, poi, sottolineano la necessità del dialogo interreligioso, di rispetto verso i fedeli di altre religioni e condannano i crimini perpetrati ‘in nome di Dio’”, afferma mons. Gadecki.
Il presidente dell’episcopato polacco rileva altresì che le due Chiese sono unite nel loro approccio alla famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna, aperta alla generazione e all’educazione dei figli. La Dichiarazione, infatti, esprime rammarico in riferimento all’uguale trattamento della famiglia così intesa e di altre unioni diverse dalla famiglia. Il documento, inoltre, contiene anche l’appello al rispetto del diritto alla vita, respingendo l’aborto e l’eutanasia, nonché le tecniche mediche di fecondazione assistita. La Dichiarazione formula anche la speranza che l’incontro possa contribuire alla riconciliazione tra i cattolici di rito bizantino e gli ortodossi.
“L’affermazione relativa all’abbandono del vecchio metodo dell’uniatismo che allontanava alcuni gruppi di fedeli dalle loro Chiese, senza tuttavia portare alla rinnovata unità, non preclude alle comunità formate in tali circostanze, e quindi anche ai cattolici di rito bizantino, il diritto ad esistere e provvedere ai bisogni spirituali dei loro fedeli, e le parole che gli ortodossi dovrebbero riconciliarsi con i cattolici di rito bizantino, trovando delle adeguate forme di convivenza, mi sembrano davvero di rilevanza storica rilevanza e, per i cattolici di rito bizantino, possono costituire un grande sollievo. E quell’opera di riconciliazione va sostenuta anche da cattolici”, sottolinea il presidente dell’episcopato polacco.
Ricordando le parole del portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi (“Abbiamo la sensazione di essere arrivati ad un traguardo che è anche un punto di partenza di un cammino di unità”), mons. Gadecki afferma: “Quando saremo testimoni degli incontri a Roma e a Mosca, e vedremo con chiarezza le opere di evangelizzazione intraprese insieme, saremo colmi di riconoscenza per l’incontro che è il primo passo su quella strada”.
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Incontro Papa-Kirill: per mons. Gadecki è un “primo passo” verso l’unità
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