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Ritorno alla casa del padre

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 15,1-3.11-32

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Lettura
Il brano che la Chiesa ci propone oggi, la parabola del figliol prodigo, è uno tra i più conosciuti  del Nuovo Testamento. In esso, l’evangelista Luca, evidenzia la misericordia di Dio Padre elevandola al di sopra della giustizia degli uomini.
Meditazione
Quante volte, anche noi, abbiamo preso la nostra parte di “eredità” e ce ne siamo andati! Non l’abbiamo chiesta ai nostri genitori, ma abbiamo preso ciò che Dio ci ha dato e ci siamo allontanati da lui. Abbiamo usato la nostra volontà, curiosità, coraggio, le nostre forze fisiche e intellettuali per raggiungere mete che nulla hanno a che fare con il Bene. Abbiamo ricercato la “vanagloria”, il divertimento, il lusso. È difficile che qualcuno possa dire: “Non ho mai sperperato i grandi doni ricevuti dal Padre celeste”. Per non parlare poi di quando accade qualche cosa – come una malattia, la morte di una persona cara, una consistente  perdita finanziaria o una delusione affettiva  – che ci lascia a mani “vuote” e il sentore che la propria vita non sia andata come doveva… È in quei momenti, infatti, che la Grazia di Dio ci fa riflettere suggerendoci di seguire quella voce che richiama la nostra  coscienza : cambia la tua vita! Torna alla casa del Padre. Un ritorno non facile considerando che la strada da percorrere ci appare più lunga. Significa ripercorrere il proprio viaggio, riconsiderare  il vissuto, congedando definitamente coloro che non erano dei veri amici. Confessare, con la vita, che la strada percorsa era sbagliata e non portava a nulla. E questo sempre con lo sguardo e la mente rivolti alla meta: Dio ci aspetta! E ci accoglierà, ci sta aspettando, ci sta chiamando! Anzi, ci è già accanto sulla via del ritorno. A casa del Padre, nella Chiesa, non tutto sarà meraviglioso: troveremmo fratelli invidiosi, fratelli che non comprendono il nostro ritorno. Se ne occuperà il Signore! Noi gettiamoci nell’abbraccio del Padre, nell’accoglienza che egli riserva ai suoi figli che con il cuore contrito ritornano a Lui.  
Preghiera
Signore, mi ergo facilmente a giudice e pretendo che tu segua i dettami della mia giustizia. Quel tuo figlio disperso, che torna solo perché ha fame, andava punito, non festeggiato! Signore, non mi accorgo che io stesso, quando mi indigno perché tu non sei come vorrei, mi allontano da te. Ma tu, pazientemente, ogni volta mi attendi. Mi perdoni, mi accogli, e fai festa per me. Signore, quanto mi sento giusto! Perdonami questo mio ergermi a giudice, perdonami, se non riesco ancora a gioire per il ritorno di mio fratello. Aspettami, Signore, con la tua Grazia e la tua Misericordia!
Agire
Quante volte penso “io non sono così”, criticando qualcun altro. Mi domando: mi ergo forse con troppo facilità a giudice degli altri?
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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