Con riferimento alla visita del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in programma dal 21 al 22 marzo, il cardinale arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, ha dichiarato alla Reuters: “Questa visita a Cuba è molto significativa”, perché “servirà allo sviluppo del paese e del popolo” e ha aggiunto che “la visita di Obama non è un evento di valore pubblicitario ma qualcosa di ben più importante per il paese”.
Nel frattempo, il giornale ufficiale del Partito Comunista di Cuba Granma ha riferito che la visita di Obama dimostra “che la Casa Bianca si è messa in moto” dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche.
In effetti, la visita di Obama a Cuba avrà luogo, a 15 mesi dal ‘disgelo’ tra Washington e L’Avana, ufficializzato il 17 dicembre 2014, in occasione della quale i due governi ringraziarono il Vaticano per la mediazione. Obama sarà il primo presidente americano a visitare l’isola dal 1928.
L’arcivescovo di Miami, monsignor Thomas Wenski, molto vicino ai cubani in esilio, ha riferito venerdì scorso al Martí Noticias, che la visita di Obama rappresenterà uno sviluppo positivo per il popolo cubano. Tra i motivi, il presule individua il fatto che un afroamericano non solo possa essere parte del governo ma anche diventare presidente degli Stati Uniti, cosa attualmente molto difficile a L’Avana.
Il viaggio di Obama sarà preceduto dalla visita del segretario di Stato, John Kerry, come annunciato dal presidente, davanti al Congresso degli Stati Uniti. Si tratta del secondo viaggio di Kerry a L’Avana, dopo quello del 2015, in occasione della riapertura dell’ambasciata degli Stati Uniti. Il numero uno della diplomazia statunitense ha dichiarato che affronterà il tema dei diritti umani e altri argomenti presenti nell’agenda del presidente Obama durante il suo soggiorno nell’isola caraibica.
“Confermando la visita di Obama, il governo di Cuba – si legge sulla rivista Bohemia – la settimana scorsa, ha ribadito la disponibilità a discutere qualsiasi questione sulla base del rispetto reciproco, e ha detto che l’isola ha anche opinioni sui diritti umani negli Stati Uniti”.
Un’altra informazione riguardante il viaggio, è l’intenzione di Obama di chiudere la prigione di Guantanamo, presso la base militare americana nell’isola di Cuba. Parlando dalla Casa Bianca, il presidente ha detto che “si sta chiudendo un capitolo della nostra storia” che “riflette le lezioni che abbiamo imparato dall’11 settembre. Lezioni che dovrebbero guidare la nostra nazione in futuro”. Su questa base sono ancora circa 60 detenuti considerati pericolosi terroristi, che sarebbero quindi trasferiti in altre prigioni.
Map of Cuba - Pixabay (onestopmap)
Obama a Cuba: il plauso del cardinale Ortega
Secondo l’arcivescovo de L’Avana, la visita del presidente americano contribuirà allo sviluppo del paese e del popolo